Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      290 STORIAin viaggio per il concilio di Pisa dove Benedetto XIII e Gregorio XII fo-ron deposti, e Pietro di Candia sotto il nome di Alessandro Veletto eletto in loro vece. Ora accadde che essendosi elevata nna disputa fra nn servitore del cardinale ed un terrazzano che gli ferrava il cavallo» ed altri a proporzione che le cose si riscaldavano avendovi presa parte, in breve si venne alle mani fra servitori e quei della terra. L' arcivescovo accorso ai rumore mentre si adoperava per far cessare la zoffa, fu ucciso da un colpo di lancia che lo trafisse. Il cardinale e gli altri del suo seguito poterono scampare all' ira di quei di Voltri, per la velocità dei loro cavalli. Questa aggressione se irritò grandemente il Boucicault non lo rese più saggio rispetto alle vere cagioni che P avean prodotta ; egli la punì arbitrariamente secondo era uso fare in ogni sno atto da molto tempo, perchè non potendo avere in mano i rei, fece in compenso abbattere la casa di Giovanni Musso uno de* principali del paese. Cosi P autorità del Boucicault rendendosi di giorno in giorno più odiosa ad ogni classe, nè reggendosi ornai se nòn che snlla incerta base del timore e della forza, a rovesciarla non mancava altro che l'occasione, e questa non si fece aspettare.
      I due figli di Gian Galeazzo Visconti, uno dei quali Giovanni Maria, governava Pavia più di nome che di fatto, e l'altro Filippo Maria, Milano, nel medesimo modo, discordi fra se stessi, non temuti perchè giovani e deboli, odiati dal popolo specialmente F ultimo per crudeltà precoce si ve-devan ridotti alla necessità di cercare per il momento una valida protezione all' esterno che impedisse la totale rovina delle loro cose. Indotti adunque dai consigli di quelli che ancora gli erano restati amici, gitlarono gli occhi sopra al Boucicault considerando, che come signore di Genova e prode capitano, avrebbe avuto forza ed abilità sufficiente ad adempiere Fin-carico affidatogli, e come maresciallo di Francia, avrebbe imposto agli altri con P autorità della sua nazione e del suore. Il Boucicault a cui pareva gli si aprisse finalmente, col possesso di Lombardia, la strada cercata per tanto tempo dalla sua ambizione al dominio d' Italia accettò volonteroso senza pensare agli umori che gli abolivano in casa, frenati soltanto dalla sua presenza. Prendeva in prestito dalla Repubblica già esausta una grande somma di danaro, e assoldando con essa quanta più gente potè, ragunò tra Gavi e Novi un esercito di seimila cavalli e di cinquemila pedoni, e riacquistale con esso senza resistenza Tortona e Piacenza al duca, entrò in Milano come governatore di Lombardia pel re.


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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