Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      272 STORIAcongiungersi ai rivoltosi. I nobili ai quali col potere era ritornata la smania delle parti e delle ambizioni ripigliavano il loro antico posto a capo delle due fazioni. Finalmente riuscivano Montaldo, Guarco, Spinola e Doria coi Ghibellini a penetrare in Città. Il Vicario, e i Guelfi capitanati dai Fieschi essendosi sforzati invano di ricacciarli, si fortificavano con torri e barricate in un quartiere, mentre i loro avversarii facevano lo stesso nell' altro. La signoria francese debole e senza armi non che avesse spenti i disordini gli avea accresciuti.
      Si venne alle armi: i Guelfi minori di numero ebbero in più scontri la peggio, e il palazzo sarebbe venuto in mano dei Ghibellini se Ceva D'Oria, sospettando che il Montaldo vi si installasse, come Doge non r avesse impedito. Il Vicario spaventato di questi parapiglia, lasciò la città e si rifugiò ad Asti. In questo mezzo Montaldo mori di peste, e la presenza di un legato del Papa di passaggio in Genova per Avignone, ristabili la pace momentaneamente, a condizione che i Ghibellini per fare equilibrio al voto del Governatore ordinariamente favorevole ai loro avversarli, avessero in consiglio due voli di più, e che le nuove fortificazioni erette in giro al Castelletto fossero atterrate.
      Appena partito il legato, le antiche ire, risuscitarono nuovi dubbi e nuovi sospetti; quindi un più attivo sbarrare delle strade e un più feroce menar di mani, senza riguardo nè ad amicizia, nè a parentela, nè ad altro vincolo qualunque sociale. Le uccisioni provocavano le uccisioni, e dalle ruberie erano nati l'incendii. Alcune paci effìmere venute fuori tra questi rimescolamenti sparivano ben tosto come brevi raggi di sole tra le nuvole di una giornata piovosa. Grande numero di cittadini valorosi che avrebbero potuto in migliori circostanze, offrire il sangue alla patria, morirono senza onore e senza lode, uccisi da mani fraterne. 11 danno prodotto negli averi dalla furia di queste sciagurate fazioni montava già a più di un milione d' oro. La venuta di Collardo di Calleville leggista, ciamberlano del re, nominato Governatore in luogo di Lucemburgo, non rendeva la tranquillità alla travagliata Repubblica.
      Insorsero (1399) Guelfi e Ghibellini della plebe minuta alle grida di viva il popolo e il re riunendosi in una compagnia nominata della Scarola. Chiedevano una riforma nel governo e che i nobili fossero privati degli uffici. Il Governatore impotente a resistere a queste esigenze, d'accordo
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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