Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      lasciata ogni altra cura assaltava la nave che non potendo per la furia di una tempesta prendere il largo, ne far resistenza fu presa. L'Adorno fu chiuso dapprima in una delle torri delle Porte di Vacca, poi col simulare un contegno umile, e con certi patti e convenzioni di amicizia messe fuori a tempo, placata l'indole benigna del suo avversario era lasciato partire per Voltri. Il Doge credendosi offeso per questo arbitrio del Montaldo, di poco amico che gli era, ne diventò aperto nemico, onde P ultimo che si vedeva restar senza partito essendosi i Guelfi voltati a sostenere il Guarco si accostava ai Ghibellini che tenevano Castelletto e dava con essi e le genti che egli stesso conduceva una fiera rotta ai soldati ducali.
      Ottenuta questa vittoria i Ghibellini ai quali non simpatizzava il Montaldo che sapevano guelfo d'animo e in quel momento associato ad essi per le sue mire particolari, richiamarono l'Adorno alla loro testa. Poi imbaldanziti dalla presenza di Antoniotto, e non avendo più a temere del Doge che era fuggito a Savona celebrarono il loro trionfo col dare alle fiamme alcuni palazzi degli avversarti fra i quali quello dell'Arcivescovo situato in Castelletto, mentre i Guelfi si vendicavano in Bisagno con rappresaglie di simil genere.
      L'Adorno intanto vedendo dopo tanto fatiche per riavvicinarsi al principato di non avere altro ostacolo che il Montaldo se ne sbarazzava con una frode. Fingendo di aver rammarico delle discordie cagionate dalla loro ambizione, propose di rinunziare amendue per allora al Dogato, e di far concorrere gli uomini della propria fazione all'elezione di un amico comune. 11 Montaldo accettò: a questo oggetto si radunavano in S. Francesco meglio che novanta principali cittadini innanzi ai quali arringando l'Adorno con ipocrite parole lamentava i mali della patria, chiedeva perdono di quelli provocati dalla sua ambizione. Intanto sorgeva fuori della Chiesa un gridare tempestoso di voci chiedenti che Antoniotto fosse fatto Doge. Era la plebe aizzata dai partigiani dell'Adorno, onde i convocati temendo per le loro persone elessero quantunque a malincuore Antoniotto. Il Montaldo sdegnato del danno e delle beile uscì di città. Il Doge sostenuto soltanto dalla fazione dei Ghibellini e popolani vedeva ora minacciato dai suoi nemici riuniti, un potere acquistato con ogni mezzo. Tentò di conciliarsi i nobili con offrir loro di partecipare al consiglio degli anziani, ma invano. I Grimaldi occupata Monaco minacciavano Ventimiglia. (1396) Il Duca di Milano
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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