Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      anche essa a quella del Pisani, e cosi si impegnava una battaglia generale fra tredicimila uomini genovesi, e diciassettemila veneziani.
      Dopo lungo combattere, la cavalleria veneziana penetrava tra le file nemiche e le rompeva. Si ritraevano disordinatamente i Genovesi da Chioggia piccola per il ponte, incalzati alle spalle dai vincitori, i quali sarebbero certamente entrati in Chioggia grande mescolati coi fuggenti, se la retroguardia perseguitata, voltando subitamente faccia, non ne avesse contenuto l'impeto. Per maggiore sventura il ponte sopraccarico dalla calca, si ruppe precipitando nel canale gran parte delle genti che si erano affollate fuggendo. Sommò la perdita dei Genovesi in questo disgraziato fatto a seicento prigionieri e quasi ad un numero uguale di morti, parte di ferro, i più con Tommaso di Guano valoroso capitano della Cavalleria, affogati nell'onde.
      Oltre le undici galere incendiate a Brondolo, cinque altre furono prese dai legni del Barbarigo nelle lagune, e poco dopo venivano in potere del medesimo, presso il ponte rovinato, nove navigli carichi di vettovaglia che il Signor di Padova ignaro dell'accaduto mandava agli assediati, perdita anche questa di non lieve importanza, perché i viveri che eran dentro a Chioggia parte essendo stati consumati, parte guasti dall' umidità, già la mancanza vi si cominciava a far sentire.
      A Genova essendo giunte nel febbraio le notizie dei primi rovesci con la morte di Pietro Doria, si affrettavano il Doge ed un consiglio di trecento venti cittadini a ripararvi. In luogo del Doria si eleggeva a general capitano dell' esercito e della flotta, Gaspare Spinola il quale partiva con le genti per la via di terra, essendo quella di mare preoccupata dai nemici vincitori, e riusciva per le paludi di Comacchio a congiungersi agli assediati. Contemporaneamente si dava il comando di quindici galere, già armate ed equipaggiate a Matteo Maruffo, capitano reputato, con 1' ordine di ricuperare la signoria dell' Adriatico e di ristabilire le comunicazioni tra la flotta rinserrata nelle lagune e il mare. Delle pratiche di pace tentate . in questo mentre a Genova dal cardinal Colonna mandato apposta dal Papa non erano accolte. Avviatosi con nove galere il Maruffo alla sua destinazione, giungeva nel porto di Manfredonia ove incontrò Taddeo Giustiniani il quale con sei galere veneziane portava dodici navigli carichi di grano. Venuti alle mani, tutte le galere nemiche con Taddeo stesso, dugento prigioni e gran parte dei navigli carichi, vennero in mano dei Genovesi; il
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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