Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      244 STORIAal monastero di Drondolo da una palla nemica che lo colpì di rimbalzo, aumentava lo sgomento.
      Napoleone Grimaldi eletto dal consiglio navale a succedere al Doria concepiva F ardito progetto di scavare un nuovo canale che passando sotto le mura del monastero fortificato, mettesse in comunicazione il canale di Chioggia piccola e il mare aprendo così un passaggio sicuro alla flotta rinchiusa. Era il lavoro assai inoltralo per F indefesso travaglio delle ciurme, quando accortisene i Veneziani, conobbero la necessità di doverlo impedire. Oltre i cittadini in arme, avevano questi per venire più speditamente a capo di questa guerra, presi al loro soldo gli avanzi della compagnia della Stella, un' altra compagnia alemanna, e quella inglese dell'Aguto. L'intenzione dei Veneziani era di impadronirsi del monastero di Brondolo, dal che ne sarebbero resultati due vantaggi, l'uno d'impedire il transito delle vettovaglie mandate dal Carrara per F Adige, che ad onta della vigilanza dei nemici scivolavano per il passo di Brondolo nelle lagune, 1' altro di impedire il compimento del canale.
      A questo effetto lo Zeno con quattordici galere si recava a Brondolo, sbarcava ottomila uomini sul lido, distruggeva i lavori incominciali del fosso ed attaccava il monastero per mare e per terra. Nello stesso tempo il Pisani con l'altra parte della flotta, proteggeva il passaggio dell'altre genti veneziane eseguito dal lido di Malamocco a quello di Chioggia per mezzo di un ponte gittato sovra le caracche affondate, e le conduceva all' assalto di Chioggia piccola. In soccorso del minacciato presidio di questa ultima accorrevano, per il ponte che la congiunge alla grande, quattrocento fanti del Carrarese, ed anche qui si attaccava una mischia feroce. A Brondolo con dieci navi i Genovesi contrastavano alle quattordici dello Zeno, senza venire ad una battaglia stretta a cagione dell' angustia del canale, ove appena una galera poteva star di fronte ad un' altra. Ma udito il pericolo che correva Chioggia attaccata da forze superiori, l'Ammiraglio genovese dava ordine che il monastero fosse abbandonato, le dieci galere, che inabili a districarsi da quelle strettezze sarebbero venute in mano dei nemici, fossero bruciate, le ciurme riunite alle truppe di terra, lasciato Brondolo, si ricongiungessero, camminando ordinatamente lungo il lido, ai difensori di Chioggia piccola già ingrossati d'altre genti mandali dal quartier generale. D'altra parte la schiera dello Zeno, dopo l'acquisto del monastero, si riuniva
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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