Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      difendeva l'ingresso di Porto Pisano: sottomessivi i puntelli e stando già per essere incendiati, fu intimato al presidio di arrendersi, ma questo, essendo spettatore il campo lucchese maravigliato di tanta intrepidezza, preferì sepellirsi sotto le rovine, piuttosto che far parola di resa. Allora Y ingresso del porto fu forzato, la catena che lo serrava, rotta e mandata a Genova, pende ancora in diversi siti della città, monumento dell' antica potenza di questa, e della estrema miseria, in cui la sua rivale era caduta. Le altre torri del porto e lungo il littorale furono egualmente abbattute; Livorno distrutta, mentre l'esercito lucchese, tentata invano la città, disertava le floride campagne del contado pisano (1290).
      Ritornato il Doria con le navi vittoriose in Genova, coronò la gloria acquistata combattendo, con un esempio di moderazione cittadina; poiché, piegatosi ai consigli dei parenti e degli amici, i quali rappresentavano a lui e allo Spinola essere il loro lungo capitanato divenuto odioso alla città, rinunziò insieme col suo compagno all'ufficio avanti il termine assegnato. Oberto Doria e Simone Spinola, eletti a riformare i capitoli dello Stato, decretarono che la suprema autorità fosse d' ora in avanti confidata ad un capitano forestiero, gli altri ufficii si distribuissero metà ai nobili, metà ai popolani. Gli Spinola, imitando l'esempio sovranarrato, smentirono la taccia loro apposta di ambizione insaziabile, col rinunziare per tre anni spontaneamente agli ufficii.
      Terminata la guerra di Pisa per la debolezza in cui era caduta questa repubblica, godeva Genova di uno stato floridissimo, promettitore di uno più splendido avvenire. Le sue navi mercantili, oltre al commercio quasi esclusivo, che esercitavano per tutta l'estensione del Mediterraneo, attraversato lo stretto di Gibilterra, si aprivano nuove fonti di ricchezze lungo le spiaggie occidentali dell'Europa e fino nella estrema Inghilterra. In ogni Stato marittimo, sì del Mediterraneo, che del Mar Nero, godeva essa infiniti privilegi e facilitazioni, assicurate da utili trattati coi governi di ciascuna provincia. Consoli incaricati dell' osservazione di essi trattati, della amministrazione della giustizia, della protezione dei sudditi della repubblica, erano mantenuti a sue spese nei porti e nelle città più floride per ricchezze territoriali e per industria. Cosi Marsiglia, Arles e S. Egidio erano nella Provenza sedi principali del commercio genovese; Siviglia e i porli delle Baleari nella Spagna, Bruggia ed Anversa nei Paesi Bassi, Londra in Inghilterra,
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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