Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      vano dì codardia il capitano, il quale, quantunque avesse prudentemente divisato di attendere lo scontro sotto la difesa delle torri, pure mosso dalle voci de' suoi, ordinò che le navi si avanzassero a voga arrancata su tutta la linea. Si approssimavano con uguale velocità le navi genovesi, e giunte in vicinanza dei nemici, si arrestarono. Questi, interpretando l'immobilità per timore, lieti ed arroganti, già schernivano alla viltà dei Genovesi, e si ripromettevano una facile vittoria, quando videro con maraviglia mista a terrore la linea contraria allargarsi e ricevere negli interslizii le trenta navi del Giaccaria, che facendo forza di remi entrarono in riga.
      I Pisani, rincorati dalla voce dei loro condottieri, ripresero animo, e poiché la distanza che separava le due flotte fu sparita, cominciò la battaglia con un tempestare reciproco di lance, di dardi, di calcina, di pietre e di ogni missile adoperato in quei tempi. Esaurito questo primo trarre, il combattimento si fece più stretto; ciascuna nave abbordò quella che gli stava di contro; le due capitane mescolatesi insieme cominciarono una lotta accanila e micidiale, e su tutta la linea capitani e soldati, combattendo ferocemente corpo a corpo, tentavano a vicenda con ogni sforzo di conquistare il ponte degli avversarli. Durava da lungo tempo la mischia, rosseggiavano le onde del sangue dei trafìtti che vi piombavano dair alto delle navi, molti caduti giù avviticchiati e combattenti, anzi che sciogliere i mortali amplessi, affogavano ; quando il Giaccaria, superata la sua contraria, si serrò addosso alla capitana nemica combattuta da Oberto, forzandola ad arrendersi; Alberto Morosini colpito da una balestra in fronte era fatto prigioniero. Neil' istesso tempo i Doria, i quali colla galera di S. Matteo combattevano la nave nemica su cui sventolava lo stendardo del Comune, erano soccorsi da quella di Finale. Saltarono le ciurme riunite delle due navi sull' avversaria e la conquistarono a prua; da poppa, ove si era ridotto il nerbo dei forti, fu un menar di mani più disperatamente micidiale intorno all'asta ferrata della bandiera; finalmente il numero ed il valore trionfarono : V asta cadde recisa sotto i colpi, e il gonfalone precipitando sul ponte annunziava ai Pisani scoraggiati che la fatale giornata era perduta per loro. Inclinò da questo momento la battaglia apertamente in favore dei Genovesi : le navi nemiche, cessata ogni resistenza, attendevano a salvarsi fuggendo verso Porto Pisano, dove quelle che vi si poterono ridurre, serrate le catene, arrestarono le galere nemiche che loro davano la caccia. Delle altre rimaste fuora, quaranta furono prese, sette colate a fondo.
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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