Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      426 STORIArappresaglia contro di loro: nonostante, preferendo il danno materiale all'abbandonare un' impresa, di cui erano tanta parte, seguitarono. Successero le cose come erano state previste : appena il sultano di Tunisi ebbe veduta la flotta e saputene le intenzioni, incarcerò tutti i negozianti della città, di cui la massima parte erano Genovesi, e alle intimazioni di arrendersi rispose con l'armi. Indispettito ed ostinatosi il re per questi fatti, scese in terra e pose l'assedio: mosse dipoi l'esercito all'assalto, e i soldati Genovesi, primi di tutti, conquistarono, combattendo valorosamente, una torre nomata la Qua-rantana.
      Ma dopo questi primi vantaggi, non tardarono a sopravvenire i disastri: la peste s'introdusse nel campo: i soldati che scampavano al ferro, erano mietuti dall' orribile flagello. Due figli del re ne furono attaccati, ed uno vi soccombè: Lodovico stesso, già lacero dagli anni e dalle fatiche, spirò sulla terra affricana, con universale dolore, l'irrequieta anima. Ad onta di mali si grandi, perseveravano i Crociati. Carlo di Sicilia, che, spento Cor-radino, giungeva il giorno dopo la morte del re, con navi ed armi numerose, rianimò il loro coraggio; cosicché il sultano, forzato a venire a patti, consentì a pagare subito quarantaduemila once d'oro ed altrettanto fra due anni, riporre in libertà i prigionieri, riconoscersi tributario del re di Sicilia e permettere la predicazione del vangelo nei proprii Stati. Concluso questo accordo, e ripostisi in via per la Siria, furono i Crociati sorpresi dalla tempesta che li gittò naufraghi sulle coste della Sicilia, dove quel che aveano potuto salvare fu loro tolto da Carlo d' Àngiò, il quale coprendosi col manto d'una consuetudine portata dal settentrione, non ebbe rispetto nè al carattere di Crociati, nè alla sventura dei miseri, scampati all'onde. Protestarono i Genovesi contro l'iniquo atto, rammentando che una convenzione col re li garantiva, ma tutto fu vano; poiché il reclamare giustizia non vale là dove domina la forza diretta da ingegno malvagio (4269).
      Successe a Lodovico di Francia Filippo suo figlio, il quale stimolato da Gregorio X, vescovo di Liegi, eletto papa, si adoperò a pacificare i Genovesi e i Veneziani, affinchè amendue le nazioni potessero più efficacemente prender parte alla guerra di Palestina. Si obbligarono i primi a restituire la Canea, nell' isola di Candia; i Veneziani a non molestare i possessi acquistati dai Genovesi in Oriente nell'ultima guerra.
     
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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