Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

Pagina (138/637)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      124
      STORIAe sopraffatto. Comparve la veneziana, che, accortasi del cattivo ordinamento dei nemici, corse subito loro addosso tentando di porre il fuoco alle navi genovesi, delle quali tre si incendiarono, imperocché ogni moto fosse loro impossibile. Il Bolborino, viste le fiamme, fu il primo a dar l'esempio della fuga guadagnando a nuoto la terra, gli altri lo seguitarono a calca; cosicché tutta la flotta venne con poco contrasto in mano dei Veneziani. Fu citato il capitano con gli altri ufficiali a comparire dinanzi ad un magistrato di sindacatori, i quali condannarono lui all' esigilo, gli altri ad una multa di duemila lire (1266).
      Oberto Doria, a cui fu commesso l'incarico di lavare questa nuova onta, si volgeva con venticinque galere verso la Sicilia, e cacciandosi innanzi le navi veneziane che dopo la vittoria erano rimaste a guardia, le insegui fino neir Adriatico, ove dimorò alquanti giorni attendendo i nemici. Poiché vide inutile Y attendere, riguadagnò l'Jonio, risoluto di tentare un colpo di mano sopra la Canea, capitale della floridissima isola di Candia, già posseduta dai Genovesi, ora principale stazione dei Veneziani in Oriente. Il presidio della città sorpreso non fece lunga resistenza, e si arrese: molti castelli e casali circonvicini vennero ugualmente in mano del Doria, che, fortificato il nuovo acquisto, si affrettava al ritorno. Gli occorse la flotta veneziana, forte di sessanta legni fra piccoli e grossi, che presentò la battaglia, evitata dal Doria, come quello che carico di preda e inferiore di numero non volea compromettere i vantaggi ottenuti, colla incertezza di un combattimento. I Veneziani, persuasi dalla varia fortuna di questi successi della impossibilità di ritòrre Costantinopoli ai Greci, consentirono intanto a riconoscerne l'imperatore. La guerra coi Genovesi continuava con avvenimenti di poca importanza, e però non influenti nel processo generale delle cose.
      I fatti notabili che succedevano in questi tempi in qualche altra parte d'Italia, sono così pieni d'interesse, e si collegano in seguito così strettamente alla storia della repubblica, che la chiarezza ci sforza ad abbozzarli almeno in un breve quadro, ripigliandoli ad un'epoca un poco anteriore. Successo Manfredi a Federigo, si mostrò sul principio devoto ai papi; poi consolidato nel potere, si rimise per la via tradizionale dei suoi padri. Urbano IV pontefice, non contento di averlo scomunicato, gli suscitò contro Carlo D'Angiò fratello di Lodovico di Francia, insegnando così ad un nuovo straniero la strada d'Italia. Manfredi, sconfitto a Benevento, perdè il regno


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

Pagina (138/637)






Bolborino Veneziani Doria Sicilia Adriatico Jonio Canea Candia Genovesi Veneziani Oriente Doria Doria Veneziani Costantinopoli Greci Genovesi Italia Manfredi Federigo Carlo D'Angiò Lodovico Francia Italia Benevento Manfredi