Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      di genova 423
      zione degli otto nobili del consiglio, in modo che ciascuna delle quattro famiglie ve ne ebbe due de' suol Ma ciò non bastava all'ambizione di Oberto, capo degli Spinola. Tornato da un' impresa condotta felicemente contro il castello di Montecagna, si lusingava di rappresentare le parti del caduto Boccanegra. Raccolta una mano di sgherri e accompagnato dalla marmaglia, che applaude ad ogni bandiera, e impreca su tutti i patiboli, fra i gridi di viva il capitano del popolo, viva Oberto Spinola, assaltò il podestà nel suo palazzo e lo fece prigione (4265). Poi suonata la campana del parlamento si avviò alla piazza del duomo, ove sperava che la moltitudine l'avrebbe acclamato; ma giunto alle case de' Guerci, lo stesso vecchio Fulcone, stato cosi prode cittadino in gioventù, alla testa de' suoi contese il passo all' ambizioso. Durò lungo tempo la lotta; il caso d'una bellissima fanciulla figliadi Folco uccisa d'una saetta nel petto, mentre somministrava armi a' suoi,
      tcrebbe l'ire e la resistenza nei Guerci, cosicché lo Spinola per non perdere an tempo prezioso, lasciato l'assalto si ridusse per altra via alla piazza, ove la moltitudine era convenuta.
      La lontananza della maggior parte degli altri nobili, i quali villeggiavano nei dintorni, avea favorito il tentativo dello Spinola: ma quelli, saputo ciò che avveniva in città, si affrettarono a ritornarvi, e trovate le porte chiuse, molti di loro entrarono scavalcando le mura. La venuta di costoro scoraggi Oberto, al quale la freddezza della moltitudine radunata in piazza avea già tolto l'animo, onde, piegandosi a saggi consigli, rinunziò ai suoi progetti, a condizione che il podestà lasciasse il magistrato, che fu amministrato per quell'anno da Guido Spinola e Nicolò Doria con lode universale. Non appena quietate queste cose, affrettarono i capi dello Stato l'armamento della flotta, poiché si sapeva ché la veneziana uscita dall' Adriatico faceva mostra di voler per la prima volta tentare il Ligustico.
      Erano le genovesi ventotto galere e una nave grossa condotte dal Bolbo-rino, uomo incapace e codardo. Costui, partito da Bonifacio, quando seppe essere gli inimici a Messina, prese porto a Trapani. Radunò tosto il consiglio delle navi, solito a consultarsi in ogni deliberazione importante, e i più furono d'avviso che si aspettasse la flotta piuttosto che avanzarsi ad assaltarla. Il capitano, fautore anch'esso del poco animoso consiglio, tirò allora le navi rasente alla terra, le incatenò fra loro, le dispose in arco con la più grande al mezzo della curvatura, e attese pauroso nell' aspetto
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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