Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      Codeste infiammate parole crescendo l'entusiasmo, mancava un uomo, il quale ponesse ad esecuzione, e fosse interpetre del voto popolare : fu pronunziato il nome di Guglielmo Boccanegra, cittadino benestante, e i di cui antenati si erano distinti in arrisicate imprese marittime. Allora migliaia di voci acclamarono il Boccanegra capitano del popolo; lo levarono di peso, e portatolo in San Siro, lo collocarono sulla sedia arcivescovile. Il nuovo magistrato arringò la moltitudine plaudente, confortandola alla moderazione e all' ordine, e invitandola per il giorno venturo a radunarsi in parlamento, ove l'elezione tumultuosa avrebbe presa forma legale, e gli animi quietati avrebbero più pacatamente provvisto agi' interessi della patria.
      I più savii, poiché le menti ebbero tempo a riflettere, considerando che l'affidare un'autorità illimitata ad un uomo solo, minacciava una tirannide peggiore della passata, ottennero nel parlamento, che conservali gli otto nobili, i quali già componevano il consiglio del podestà, si eleggessero trentadue anziani, quattro per ciascuna compagnia, incaricati di riformare lo Stato, e si limitasse 1' autorità concessa al Boccanegra, con quei temperamenti che i tempi e la libertà richiedevano. Gli anziani, non essendo presente il nuovo capitano, affinchè le loro deliberazioni riuscissero più indipendenti, adempierono alla loro missione in questo modo. Il governo della repubblica fosse diviso fra due consigli, un maggiore ed uno minore; il primo, presieduto dal podestà o dal capitano del popolo, fosse composto di duecento membri fra nobili, popolani e deputati delle Provincie; al secondo spettasse l'amministrazione degli affari più interessanti, come quello che prenderebbe il luogo dei parlamenti, i quali erano aboliti. Il consiglio minore, composto di otto nobili, intendesse alle finanze, alle vendite dello stato e agli affari di importanza secondaria insieme con gli anziani del popolo. Nelle mani del podestà, oltre il diritto alla presidenza dei due consigli, fosse riposto il potere giudiziario, civile e criminale. Il potere esecutivo e la facoltà di intimare e presiedere i consigli, proponendo gli affari da discutersi, appartenessero al capitano, il cui onorario era di mille lire genovine, la guardia di cinquanta soldati, e la durata della carica dieci anni. Questi statuti piacquero generalmente, tanto in città, che fuori. Alle Provincie, perchè avevano, per mezzo dei loro rappresentanti al consiglio, maggiore influenza negli affari; i nobili, sebbene non godessero di tutto il potere che desideravano, pure loro sembrando per allora averne abbastanza, attendevano^; il po-
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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