Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      STORIAuna lettera, in cui, dopo aver riferito 1' esito infelice della spedizione e scagliatosi acerbamente contro i Pisani e gli imperiali, chiamandoli scomunicati e nemici della Chiesa, lo confortava a star di buon animo e a non disperare della fortuna della santa causa ; essi stessi, quantunque afflitti da tante perdite di navi, e morti e prigionie di cittadini, non essere abbattuti dalla sventura, ed anelare il momento di misurarsi di nuovo col nemico comune.
      xMa Gregorio IX, vecchio e affranto dalle precedenti persecuzioni, si senti r anima prostrata da questo nuovo colpo, tanto più che Federigo, correndo coli' esercito senza trovar resistenza gli Stati della Chiesa, occupata Terni, Tivoli e Montalbano, minacciava Roma. L' abbandono di molti cardinali, specialmente di quelli che stimava più fidi, spense l'avanzo di vita che ancor gli restava; e Celestino IV che gli successe moriva anch' esso dopo un pontificato di diciotto giorni. Mentre i Genovesi attendevano a divertire Y angoscia della sconfitta coi preparativi della riscossa, gli animi dei più erano angustiati da un altro timore. Era il tempo in cui la flotta mercantile , carica delle merci preziose d' Oriente e delle ricchezze acquistate commerciando in Egitto, era solita ritornare in patria. Il mare era infestato da legni nemici; quelli della flotta ignari degli ultimi avvenimenti. Intanto la caravana, abbandonato l'Egitto e maravigliata di non incontrare legni genovesi , incontrò fortunatamente una nave che stava attendendola sulle coste di Sicilia. Avvertita dell' audamento delle cose, navigò cautamente e potè infine raggiungere la patria e far lieti i cittadini trepidanti del pericolo che correva. Slavansi scaricando le mercanzie, quando la flotta nemica, guidata da Ansaldo De Mari, comparve in vista e si diresse verso Ponente. Furono allestite celeremente cinquantadue navi, sulle quali, intermessa ogni altra faccenda, affollandosi a calca i cittadini desiderosi di combattere, uscirono a seguitare la flotta nemica. La quale ancorata a Noli, poiché si vide venire addosso le navi genovesi, non ebbe animo di attenderle: tagliati gli ormeggi, lasciate le àncore, le scale, le gondole, e gittato tutto ciò che avevano in coverta, gli alleati si posero in fuga. Altri tentativi fatti da Ansaldo sulle torri delle riviere ottennero uguale risultato, e gli attacchi di terra non fecero prova migliore.
      Si era mosso di Lombardia Marino d'Ebulis vicario imperiale, e con esso Genovesi ribelli, Pavesi, Alessandrini, Tortonesi, Vercellesi ed altri popoli


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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