Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      52 STORIAtempo era stato mantenuto dalla fermezza di Algalurga moglie del Barisone e dalla fedeltà dei sudditi. Furono i patti, che ogni anno centomila lire si pagassero alla repubblica, fosse assegnato ai negozianti genovesi nella città d' Oristagni tanto spazio di terreno, quanto bastasse per fabbricarvi cento case, commercio esclusivo con Genova, con 1' obbligo di erigere un palazzo nella città, ove il re dovea risiedere una volta ogni tre anni, in segno di vassallaggio.
      Cosi i nuovi e i vecchi rancori andavano alimentando la guerra fraterna fra le due repubbliche italiane, ed ogni modo di composizione svaniva avanti agli interessi sempre contrarli. Ogni volta (1165) che le galere nemiche si incontravano sui mari, si attaccavano ferocemente con varia fortuna ; era una lotta, in cui le due repubbliche logoravano scambievolmente le loro forze senza alcun vantaggio reale; non guidata da idee generose, le quali sole hanno virtù di produrre fatti grandissimi, ma aizzata da gelosie meschine e da rancori municipali; onde, mentre le città lombarde e la maggioranza delle popolazioni italiane avversavano e combattevano lo straniero, gli ambasciatori di Pisa e di Genova facevano a gara ad umiliarsi avanti il trono imperiale, per strapparsi a vicenda un privilegio o una concessione comprata spesso a prezzo d'oro, e rianimavano con lo spettacolo di discordie italiane le speranze tedesche, fiaccate ad Alessandria e Legnano.
      Abbiamo parlato delle cause della guerra; l'occasione la somministrò una nave genovese depredata dai Pisani all' Asinara. Si ricorse all' imperatore, come a quello che si era impegnato a mantenere la pace fra le due città. Mentre Corrado suo cappellano procurava di conciliare i consoli mandati uno da ciascun lato a Portovenere, le provocazioni d' una nave pisana generarono una baruffa, nella quale il console genovese fu ferito pericolosamente, la nave prima ad insultare presa. Ne conseguì una disfida, e le ostilità incominciarono con catture reciproche di navi e guastamenti di terre.
      1 Pisani con otto navi si erano indirizzati verso la Provenza : onde quattordici navi partite da Genova a difesa delle coste di Ponente sorpresero le otto nemiche nel Rodano, che inferiori in numero si sarebbero trovate a mal partilo, se per un altro ramo del fiume non si fossero salvate alla marina. Giunte avanti Albenga, poiché la maggior parte dei cittadini era in corso, assalitala la presero facilmente e la distrussero. L'ira e il dolore furono grandi a Genova per questo fatto ; la flotta fu cresciuta fino a tren-
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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