Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      32 STORIAcasa. Ma la vipera morse il seno che 1' avea ravvivata ; le ambizioni nobilesche suscitarono le parli ; queste uccisero le repubbliche, e i cadaveri furono sepolti dall' assolutismo rimasto padrone del campo.
      Gli abitanti delle due riviere, o vivevano soggetti ai signori feudali, i di cui castelli sorgevano superbi sui gioghi dell' Appennino, o esercitavano il commercio e si governavano con le proprie leggi nelle varie città e terre poste sulla bella marina ligustica. Queste ultime, associate naturalmente a Genova per uguglianza d' origine, di lingua, di tradizioni, d'interessi, ne riconobbero in gran parte spontaneamente la supremazia, e furono accolti da questa più come alleati che come sudditi. Tanto la capitale che le città associate erano vincolate fra loro da obblighi reciproci ; imperocché nello stesso modo che la prima era tenuta a proteggere e sorvegliare gì' interessi delle città delle riviere ugualmente che i propri ; queste in ricambio dovevano aver pace o guerra contro a cui fosse piaciuto a Genova, osservare le prescrizioni dei Consoli, non dare asilo a' Corsari, e del resto si governavano secondo i loro statuti municipali.
      Inoltre le vallate della Polcevera e del Bisagno erano da tempo remotissimo soggette a Genova, e i castelli degli Appennini ove dominavano i signori feudali furono successivamente costretti a sottomettersi, alcuni per impulso dei sudditi, nei quali la fama e l'esempio della prosperità di Genova e delle città da lei protette avevano suscitato il desiderio di godere dei medesimi vantaggi ; altri spontaneamente tirati dall' allettamento degli onori civili ; molli erano stati domi con la forza. Gli ammessi al godimento della cittadinanza, presentandosi avanti il parlamento generale del popolo, rinunziavano ai diritti sui loro distretti, e dimandavano in compenso di essere ammessi in una delle compagnie della città : accettata l'offerta ed inscritti nella compagnia che loro più aggradiva e nel libro ove erano rassegnati i nomi delle famiglie consolari, conservavano i loro possessi ; ed a titolo di esser vassalli alla repubblica, avevano casa nella città, e soccorrevano a questa con un numero determinato di fanti e di cavalli nei momenti del bisogno e del pericolo.
      Bellissimo spettacolo offerse l'Italia in questi tempi, di popoli giovani e vigorosi, i quali, abbandonali all' impulso generoso del sentimento, compierono fatti, di cui i posteri dubitano talora per attenuare a sé il rimprovero e la vergogna della loro inerzia presente; poiché nelle nazioni, come
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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