Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      STORIATirreno, donde movevano incessantemente tutte quelle piccole squadre, le quali disertavano le coste della Liguria e della Toscana.
      Ma perchè non si erano forse ancora riavuti della ruina passata, sentendosi troppo deboli incontro ad un nemico tanto potente, tirati al medesimo consiglio molti signori feudali del contado e della Lunigiana, mandarono a Genova richiedendola del suo aiuto in un'impresa di comune e si vitale importanza. I Genovesi nell' istesso tempo, confortati grandemente a questa unione da Benedetto Vili, di buona voglia accederono alle proposizioni dei Pisani.
      Avanti di assaltare la Sardegna , i confederati decisero di snidare i Saraceni da Luni, dove si erano stabiliti e fortificati. Neil' istesso tempo un esercito stipendiato dal Papa stringeva la città per terra. Dopo una lunga oppugnazione , di cui si ignorano i particolari, la città fu presa (1016) e i Saraceni costretti a ritirarsi in Sardegna, guidati da Musetto, il di cui nome formava allora il terrore di tutti i popoli che abitavano le coste del Mediterraneo. Luni, dopo P estrema rovina sofferta in questa oppugnazione, sparisce dalla storia, e ai tempi nostri poehe e miserabili rovine rimangono soltanto per attestare il luogo ove essa sorse.
      I confederati, seguitando il corso delle loro vittorie, presa Cagliari sede principale di Musetto e dei suoi, li cacciarono di terra in terra, finche non li ebbero totalmente espulsi dall' isola. Avanti di porsi all' impresa i Pisani e i Genovesi avevano pattuito fra lqro, che ai primi sarebbe toccata la parte territoriale dell' isola, ai secondi la preda e i beni mobili. Ma i Genovesi, accortisi troppo tardi che il bottino raccolto, quantunque grande, non era vantaggio paragonabile al possesso di una vasta e florida isola che rimaneva in mano dei Pisani, non stettero contenti ai patti primi, e chiesero di aver parte anche nella divisione delle terre. Avuta una negativa, da amendue i lati fu risoluto di decidere la quistione con Panni; e la mal cominciata lite fini con la cacciata (1021) dei Genovesi dalla Sardegna. Da cagioni in apparenza così lievi sorse fra le due emule repubbliche una guerra combattuta ferocemente per tanti anni, salvo qualche piccolo intervallo di pace, finché la potenza di Pisa non ne fu annichilata completamente.
      E allora, come nei tempi posteriori, fu grande sventura che L varii pò* poli italiani, rigogliosi di tanta vita e di tante speranze, preferissero di soverchiare piuttosto che accomunare i propra interessi, o che almeno in
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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