Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese

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      1241 se così non fosse, aver già egli da assai tempo abbandonato ogni altro pensiero per voltarsi con tutte le sue genti e tutta la furia a queir impresa. Badassero che il torre la riviera ai Genovesi non era di nessun utile: perciocché, la città non avea il vitto dalla Liguria, ma la Liguria da lei: badassero altresì che tale impresa non era senza molta fatica e grandissime difficoltà, posciachè le terre prese, per la gran fedeltà degli uomini verso la patria, non si potevano tenere se in ciascuna di esse non si mettevano grossi presidii. L'andar poi air assedio della città, esser cosa vana, perchè il terreno nudo ed aspro che le è d'intorno non può far le spese agli assediatori ; e il condurvi vittovaglie d'altrove, era cosa lunga e malagevole. Esser quindi necessità abbandonar V assedio in tre dì, e meno. Non restar dunque che una via a far guerra con frutto , quella del mare : quella aver fatta : quella voler fare con polso : certo esser guerra lunga, fors'anche ostinata, ma sicura. Nondimeno, voler anche per compiacer loro, spingere con più di vigore verso terra: spedirebbe a ciò gli ordini opportuni : durassero intanto nel coraggio e nella perseveranza, e vivessero sicuri che la loro felicità e il loro trionfo era il più caldo dei suoi pensieri ».
      Con queste speranze, Cesare congedava gli Ambasciatori che se n'andavano tra l'afflitto e il consolato. Di vero, mirando all' indole dei soldati che si conducevano alla guerra, più anelanti di bottino che di gloria, non avvezzi ad una disci-


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Storia della Repubblica di Genova
Dalla sua origine sino al 1814 (Tomo Primo)
di Carlo Varese
Tipogr. D'Yves Gravier
1835 pagine 423

   

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