Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese

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      libro quarto. 339
      Vuoisi anzi che se il Da Mare avesse avuto sol- 1141 tanto la sicurezza d' un giorno, sarebbe venuto a capo di quel tentativo: ma già avea veduti sulle cime dei monti gli usati segni di richiamo alla flotta, per cui, temendo non lo cogliesse prima che la città fosse espugnata, tornava un'altra volta al largo, poi entrava nel porto di Savona dove fortificavasi.
      Avea dunque la Repubblica in poco più di quattro mesi di gran lunga migliorata la propria condizione. Le sue galee che di di in dì faceansi più agguerrite, e meglio provvedevansi di attrezzi e di macchine, erano in istato di vegliare efficacemente alla guardia delle sue costiere. Federico era allora nella Puglia dove attendeva a raccoglier danaro spogliando le chiese dei sacri arredi, per resistere alle tribolazioni senza fine che gli venivano da Roma e dalle città lombarde, nelle quali ribollivano senza posa gli odii contro la di lui dominazione. Sicura quindi dalla parte del mare, e avvedutasi che non le era possibile condurre ad una volta le due guerre con frutto, Genova pensò starsene sulle difese alle rive, e voltarsi con più polso a dar sui piedi a quei di terra; e così fece. E rasi, come dicemmo, il Pallavicino inoltrato sino a Rivalta: poi procedeva sino a Monterosso ed a Vernazza : secondando così il Da Mare che sortiva dal porto di Savona, e andava coli' armata sino a Voltri dove posava sull'ancore minacciando sempre, ma tenendo ad arte i nemici in forse del luogo in cui le mi-11 accie avessero ad aver effetto.


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Storia della Repubblica di Genova
Dalla sua origine sino al 1814 (Tomo Primo)
di Carlo Varese
Tipogr. D'Yves Gravier
1835 pagine 423

   

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