Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
33o STORIA DI GENOVA
1241 prestezza e il deviare. Tutto fu nulla : pareagli una vergogna: volea andar di fil dritto, dimenticando che suo primo obbligo era di giungere e di giungere incolume. Avventurare, e in quel modo, per una stolta vanagloria, e per una cicca presunzione la libertà e la vita di tanti illustri personaggi, avventurare le sorti e il midollo della patria, certo fu un gran delitto. Seguitò dunque a rasentare le marine della Toscana, e giunto alle isolette che sono tra porto pisano e Corsica, scopri la flotta nemica capitanata da Ugolino Buzaccherino, e dal Re Enzo in persona, il quale avea seco Andreolo Da Mare, figlio di quell1 Ansaldo Da Mare poco prima da Federico nominato grand'Ammiraglio delle sue armate. Era il di di Santa Croce, tre di maggio (1241). Il Genovese, non isgomenti punto alla vista d'un cosi gran numero di galee , si ordinò in battaglia, e andò cogli speroni ad investire i nemici che a loro volta mossero ad incontrarlo a tutte vele. Piaggiungevansi presso l'isoletta della Melora, e urtavansi fierissimamente; perche i Genovesi, quando solo nel combattere e nel vincere ravvisarono la salvezza, si gettarono ad affrontare la vittoria o la morte con un impeto che per poco non disgombrava loro la via: ma fu quel primo loro vantaggio un fatai sorriso o un ghigno amaro della fortuna : sopraffatti assai presto dal numero, martellati, pesti, disgiunti, ad alcuni toccò andarne in fondo , ad altri percuotere contro gli scogli della Melora, e rotti salvarsi come poteano : ai più fu forza arren-
| |
Toscana Corsica Ugolino Buzaccherino Re Enzo Andreolo Da Mare Ansaldo Da Mare Federico Ammiraglio Santa Croce Genovese Melora Genovesi Melora
|
