Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese

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      libro terzo. 279
      imposto un insopportabile giogo. Dura sèmpre la 1226 servitù, ma più dura per un popolo che spontaneo cede T antica indipendenza , eh' era in forza non che in dritto di conservare: durissima poi quando viene non da un unico signore, ma da molti, rotli alla superbia, air avarizia, ad ogni più sfrenata cupidigia ; perchè, non contenti di tenersi sotto r imperio loro le città, s* ingegnano d'infievolirle, dT impoverirle , di snervarle. E infievoliti, e poveri, e snervati, eccoci, dicevano , al cospetto della maestà imperiale, spettacolo miserando ! Le faccende e i traffichi mercantili, tutti ai porti di Genova: in Genova gli opifizii delle lane e deHe sete , belle sorgenti di prosperità al popolo: cosi gli artefici, nella crudele alternativa di morir di fame o di abbandonar la patria: di lasciarla vuota di abitatori o piena solo di languenti i quali, non che levar la yoce a dir le loro ragioni, appena hanno la forza di gemere. Aver a lungo sofferto uno stato di cose tanto grave, perchè di natura pazienti : esser anche disposti a soffrirlo più a lungo, se il fresco caso dei miseri Vintimgliesi non avesse loro aperto gli occhi e fatto palese che V ingordigia, la prepotenza e la paura non conoscono confine. Fabbricar fortezze sulle città, e porvi gente a guardia; sottometterle a un Podestà forestiero, privarle del diritto di creare i proprii magistrati... Sventurati Vintimigliesi, sclamavano, e più sventurati noi se dai vostri mali non edotti avessimo trascurato d'impugnar T armi e di gettarci nelle braccia di un


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Storia della Repubblica di Genova
Dalla sua origine sino al 1814 (Tomo Primo)
di Carlo Varese
Tipogr. D'Yves Gravier
1835 pagine 423

   

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