Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
ì46 storia di genovavano a Federico l'antica loro fede, i prestati servigi, e soprattutto i loro diritti già pubblicamente consentiti , ed ora disprezzati, conculcati, offesi. Rimprovera vanlo di dare ciò che dar non poteva y 1' altrui ; e darlo ad uomo rustico e inetto, che i proprii stati non avea saputo difendere dall'ambizione de' suoi fratelli ; darlo ad uomo eh' essi chiamavano loro vassallo. Alle quali parole, rispondevano i Legati Genovesi, essere Barisone di nobilissima schiatta e non rustico, Principe indipendente e non vassallo ai Pisani : avergli egli spesso sovvenuti di danaro, eglino tradito, soccorrendo ai rivali di lui : essere i vantati diritti di Pisa un 'usurpazione : più che a lei, doversi a Genova la sovranità dell'isola, per le ragioni già più volte altrove accennate. L' Imperatore poneva fine alle contenzioni dichiarando, sempre1 col parere della docile sua curia, la Sardegna appartenere all' impero , e quindi spettare a lui di disporne.
Terminate le cerimonie, scritto e suggellato il privilegio del regno, Federico chiedeva al novello Re di pagarne il pattuito prezzo. Ma Barisone pativa disagio di moneta, e implorata gli si permettesse far ritorno ne' suoi stati per raccoglierne : al che si opponeva l'Imperatore già sulle mosse; e acremente rampognavalo , e ingiungevagli d'ingegnarsi, e minacciavalo di ritorgli corona e scettro. L'afflitto Barisone avea ricorso ai Legati genovesi, che informavano dell' occorrente la Repubblica la quale> per non perdere il frutto delle sue pratiche, contrat-
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