Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese

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      1147 qual frntto , dicevano essi al Conte d1 Orcegi ed a Garzia Ramirez Re di Navarra, qual frutto spera il Re Alfonso dalla espugnazione d'Almeria? Egli che giunse ultimo all'impresa, sarà forse il primo alla preda ? Tollereranlo i Genovesi, questi avari corsali, venuti a moverci guerra col solo intendimento di saccheggiarci ? Oh, aspetti che mettan piede in Ispagna, aspetti che si faccian forti in terra come sono forti in mare, e si accorgerà allora quali molesti vicini sieno costoro ! Non è egli meglio accettar da noi il doppio di quanto può ragionevolmente sperare espugnandoci, e lasciar questi audaci stranieri imbiancar colle lóro ossa la terra cui vennero per conquistare? Noi sì, temiamo il Re Alfonso, i Genovesi no : finché stettero soli, noi li combattemmo, noi li fugammo, noi gli obbligammo a cercare scampo nelle navi e ad allargarsi in mare. Accolga dunque Alfonso la nostra preghiera: si ritiri co' suoi, e centomila marabot-tini, sieno il premio della sua condiscendenza ».
      A si ricco compenso non sapea resistere l'avaro Alfonso : accettava : con non so qual pretesto di lieve momento, richiamava le sue truppe, e di là dal campo ritraevasi quando già sovrastava all' o-pulenta città l'ultimo fato. Seppero i consoli liguri gì' infami patti, li lamentarono, ma non isgomen-tirono. Risolvevano di entrar soli là dove ricusava venirne il Castigliano traditore. Distribuivano 1' e-sercito in dodici compagnie , ciascuna delle quali sommava di mille uomini; davano ad ognuna la


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Storia della Repubblica di Genova
Dalla sua origine sino al 1814 (Tomo Primo)
di Carlo Varese
Tipogr. D'Yves Gravier
1835 pagine 423

   

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