Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese

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      <100-1104. testina, e all'ombra del temuto loro vessillo Baldovino pigliava fiato. Ma questi soccorsi non erano che momentanei : Pisani e Genovesi venivano, vincevano , conquistavano, e carichi di bottino ritornavano alla patria. Allora sgorgavano dall' Egitto torrenti di barbari che continuamente scavavano le fondamenta della potenza Cristiana, toglievano a! Re di ordinare stabile governo, di riscuotere regolari tributi, di assicurarsi le sussistenze coli' agricoltura e col commercio. Perchè i Principi e le Repubbliche d'Europa non lasciarono in Asia una parte dei loro eserciti ? Perchè in compenso di questi sagrifizii non fermarono patti mercè i quali fosse loro conceduta una porzione delle ricchezze che dalle spoglie dei vinti sarebbero venute al vincitore ? Perchè snervar sè stessi colla sola mira di bottinare, o di far conquisti, utili se operati di concerto , inutili e dannosi se parzialmente ottenuti ? Se alla conquista del nuovo mondo fossero andate tante e si varie genti come ne andarono a quella di Gerusalemme, forse non crollava sì facilmente il trono degl' Incassi. Un pugno di avventurieri, perchè parlavano lo stesso linguaggio, lo rovesciò dalle fondamenta e per trecent' anni lo ha conculcato.
      4«02-4<05. p(on p^ ma qUattro un'altra volta furono i novelli consoli cui sul principio del 1102 venne affidata la somma delle cose di Genova. E qui è da notarsi che tra essi leggesi il nome di Guido di Rustico de-Rigo già console nella compagnia de-


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Storia della Repubblica di Genova
Dalla sua origine sino al 1814 (Tomo Primo)
di Carlo Varese
Tipogr. D'Yves Gravier
1835 pagine 423

   

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