La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO OTTAVO 46 rchi doni furono offerti a Megollo, il quale li ricusò dicendo come non per avidità di danaro, non pure per naturai crudeltà era da si lontane parti e a tanti rischii venuto, ma per riparazione del suo e dell'onor nazionale. L'imperaaore intimorito a un tempo e maravigliato consentì a' Genovesi piena franchigia, proprio tribunale, separalo quartiere, e permise che sulle porte di quello si dipingesse l'atto generoso. Cancellato da barbara mano, Benvenuto Cellini l'incise in un bel nappo d'argento e l'esimio lavoro infìno ad oggi s'ammira nel maestoso palagio de'Lercari.
      (i38a) Come la pace di Trebisonda col principe Comneno precedette di un anno a quella di Torino coi Veneziani, così di un sol anno la seguente convenzione di Costantinopoli coli' im-peradore Giovanni le fu posteriore (0. Per essa il potestà di Pera, Lorenzo Gentile e gli amba-sciadori del doge Niccolò Guarco, Pier Lercari e Giuliano Castelli, si (fecero mallevadori di pace e amistà fra il detto principe da una parte, e Andronico e Giovanni Paleoioghi suoi rispettivi figlio e nipote dall'altra, i eguali dopo aver diviso fra loro i miseri avanzi dell imperio orientale, non potevano star mai d'accordo.E i sopranominati garanti promisero solennemente in nome della colonia e repubblica loro, di ajutare e difendere chiunque di essi principi fosse 1 offeso contro l'ingiusto offensore, in tale accordo i Genovesi pattuirono nuovamente la rafferma delle convenzioni loro antiche e nuove, sperando che
      (I) V. Discorso II al fine.
      ed


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Secondo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 496

   

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