La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO SETTIMO 443
      ne gli volevano quegli stessi che avevano più a dolersi nella sua sconfitta! Vide il senato, e Taddeo confessò, che bisognava fare a modo de'marinari, liberare il loro idolo e restituirgli il comando. Così fu disposto. Saputa tal cosa dal popolo, n'ebbe tanta allegrezza come se fossero tutti tornati in vita. Vettore non volle uscir di carcere se non confessato e comunicato in segno di perdono a chi l'aveva offeso. Il doge e la Signoria si abbracciarono con lui. I marinari gridavano, viva messer Vettore Pisani; ed egli diceva loro modestamente: figliuoli, tacete, ovver gridate san Marco. I primi suoi passi furono intorno alle nuove fortificazioni; e non gli sembrando bastanti, Jacopo Cavalli d'ordine suo così le accrebbe. A traverso il canale, onde si va a Chioggia, piantò una palata con tnóhe barche armate alla guardia- Al capo del canale esteriore della Giudeca verso il territorio di Padova stese una catena con grosse antenne d'intorno; e pose quattro cocche fornite di bombarde e balestre all' indietro. A Malamocco mandò nuovamente il presidio, e all'argine interno di sant'Erasmo, luogo più pericoloso di tutti, fece rizzare due piccole torri sulle due punte, congiungerle insieme con forte muro nel mezzo, e acavare parallelamente una fossa lastricata di tavole piene zeppe di chiodi acutissimi con le punte all'insù. Queste opere piacevano assai per sé stesse/e molto più per chi le ordinava; talché dandovi ciascuno una mano, le due torri si fornirono in otto giorni, e il muro e la fossa in meno di quindici. ,
      1 vincitori intanto consumavano un tempo pre-
      ed


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Secondo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 496

   

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