La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO SESTO 399
      grosse mercedi a due capitani di ventura per devastargli il paese in piena pace. Il che tornava a disonore della maestà del re d'Ungheria, amico e protettor fedelissimo del Carrarese. Il quale, henchè avesse già dato^alcun segno delle sue forze, si era quindi ristretto a dissimulare per desiderio di pace fra principi cristiani, e di una crociata contro gl'infedeli. Per lo contrario i Veneziani soldavano gente, apparecchiavano squadre, e provocavano i suoi più cari amici. Or bene, poiché la pazienza moltiplicava le offese, sapessero ch'egli ancora s'armava, e che al suo legato era imposto, qualora non gli dessero intera soddisfazione, diffidarli solennemente e in comune, secondo le buone usanze della guerra. Qui tacque il prelato.
      Consultata tutto quel giorno la pratica,il doge Andrea Contarmi rispose il dì seguente, che i Veneziani ritenevano Tenedo per libero dono del legittimo principe e de'suoi stessi abitanti; che il patriarca d'Aquileia mendicava pretesti di riguadagnare con nuovi garbugli ciò che aveva perduto ne' precedenti. L'avarizia del signore di Padova accendeva l'odio di suo fratello, e la fertilità del suo paese tentava l'avidità de' venturieri. Al serenissimo re d'Ungheria rispettabile loro vicino, questi fatti dovevano esser noti.Laonde speravano, resistendo alle inique pretensioni de'suoi collegati, che, giusto com'era, gli scuserebbe. Dopo questo gli ambasciadori, diffidata l'un dopo l'altro la guerra, s'allontanarono.
      Chi avesse il torto ne'successi di Tenedo, può disputarsi. È innegabile, perchè confermato daied


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Secondo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 496

   

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