La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO QUINTO 365
      loro i danni ricevuti dal zio. Assicurato pertanto da'nemici di fuora, Simone investì Savona, Ven-timiglio e Monaco, tre città occupate da'malcontenti. All'assedio dell'ultima (1357), il figliuolo maggiore di Carlo Grimaldi cadde per ardor gio-venile in un'imboscata. Il doge fece tosto offerire la liberazione del giovinetto con dodici mila fiorini d'oro, purché Carlo, il quale era ivi il capo dei malcontenti, rendesse quella forte città a'connni. Yi scarseggiavano le vettovaglie. Talché dopo molte difficoltà l'austero patrizio accondiscese al trattato; ma senza voler altro sentire, si ridusse co'suoi figli e nepoti a Nizza di Provenza, odiando lo stato popolare anche più, che non era odiato da quello.
      La presa di Monaco gonfiò l'animo al Bocca-negra, tanto che smesse l'antico sigillo della repubblica ingiurioso a'nemici, e presene un nuovo a scherno de'compatriolti. Si rammenteranno i nostri lettori, che il primo, raffigurante un grifone, un gallo e una volpe, aveva a contorno:
      Griphus ut has angit, sic hostes Janua frangit.
      Il secondo al contrario mostrando un agnello con asta, croce e bandiera, disse così:
      Plebs Jani magnos reprimens est agnus in agnos. Agnelli pure non erano nè li plebei nè i grandi l1)..
      (I) Acla Notariorum III, 130. L'antico contorno può tradursi in due versi :
      Come il grifone queste fiere strazia, Così Genova rompe i suoi nemici.
      F< il secondo in prosa. — La plebe di Giano è un piccolo agnello che reprime i grandi. —


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Secondo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 496

   

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