La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO QUINTO 363
      ove radunato un drappello di gentiluomini, prese loro a dimostrare non pur Manomessi i capitoli della città, ma invalido eziandio l'omaggio di quattro oratori eletti da un luogotenente straniero. Lorenzo persuase il medesimo alla plebe, tanto che da ogni parte comparvero armati, gridando Viva libertà 1 E corsi al palagio ove era Guglielmo, lo indussero a uscirne, e con la sua gente a piè e a cavallo il rimandarono in Lombardia senza fargli alcun male, nè pur di parole (O. Il ceto di mezzo non essendosi mosso, pareva che i nobili cominciassero a soprastare. Ma Simon Boccanegra segretamente chiamato da Pisa, si era già fatto conoscere il dì del tumulto, minacciando dar fuoco alle porte del palagio, se non si aprivano. La sua presenza teneva i nobili in sospetto, i popolari in speranza; quando una brigata di questi venne in armi a levarlo dal Vico de'Conciatori ov'egli abitava, e impadronitasi sotto gli ordini suoi aella pubblica torre, si mise a sonarne la campana grossa a martello. (i5 di no* vembre) Entrati poscia a palagio lo acclamarono la seconda volta doge. 1 nobili si ritirarono nelle lor case; a'più potenti fu dato l'esilio, a tutti si tolsero l'armi. Dopo i primi impeti di gioia e di rancore pullulò l'invidia nella medesima fazioc. popolare. Gli emuli occulti del Boccanegra allegando l'esempio di ciò ch'era occorso al doge Valenti e a lui stesso, mostrarono quell'autorità esser poco durevole che non è ben limitata. Piacquero agli amatori della libertà gli avvertimenti
      (I) M. Vili., lib. VII, 40.
     
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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Secondo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 496

   

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