La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO TERZO 301
      s'udì qualche fischio, quando l'ex-doge entrò in naviglio (')•
      Fu allora vinto il partito di ammettere i fuorusciti in città,purché non portassero arme.Dopo che alcuni erano già entrati, si presentò Galeotto Spinola armato. I deputati, respintolo addietro, fecero serrare le porte. Nuovo romore nel popolo fra chi volea riaprirla, e chi no. Alla fine si convenne di sospenderne la decisione, e di eleggere intanto un nuovo doge. I nominati furono quattro, Manuele Mari, Giano Gentile, Giorgio Ricci e Giovanni di Morta. Sull'ultimo cadde la scelta.
      (25decembre). Giovanni arringò in parlamento con poche e moderate parole: «Era grato dell'onor ricevuto, ma ne conosceva i pericoli e il peso. Perciò domandava regole certe e prerogative legali, come avevano i dogi di Venezia, non indeterminate e quasi arbitrarie come il suo predecessore. Proponeva liberamente non si vietassero gli onori della repubblica a quelle nobili case che fondata l'avevano,e si rendesse la patria agli esciti, qualunque fosse la colpa di alcuni, essendo all'arti e al commercio gravissimi i danni del loro esilio. Quanto a sé, non accetterebbe la provvisione in danaro,ma il pagamento soltanto aelle spese necessarie alla dignità ducale, a ciò consentendo perchè ricco ei non era, e non si vergognava di dirlo ».
      Questi sensi del doge piacquero tanto all' uni-
      (I) Ci vien riferito che la casa Boccanegra è oggidì posseduta da'chiarissimi professori i signori fratelli Mojon , e che rimangono ancora nell'atrio alcuni anelli di ferro.
      ed


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Secondo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 496

   

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