La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO SECONDO 279
      castone una lettera a Genova e a Pisa, così Bonifazio indirizzò loro un breve d'invito (Oa favorire il suo nuovo vassallo, dicendo, che a metterlo effettivamente in possesso ei giudicava necessario il loro concorso; ambedue ne sarebbero grati. La risposta non si conosce. Passarono intanto più di vent'apni dalla concessione del papa, anzi che il re d'Aragona pensasse da vero a prevalersene, o dubitasse della riuscita, o riflettesse che se concessioni di simile natura erano perpetue, duravano ancora in tutta la forza quelle di Giovanni XVIII, di Lucio, di Onorio; e se precarie o temporanee, non era da avventurar per sì poco le vite de'sudditi e i tesori del regno. Gravi inoltre, come si accennò, erano gli obblighi imposti gravissime le pene in caso d'inosservanza. Ma gl'ingrandimenti una volta sperati non si pongono mai in obblio. Dopo lungo intervallo il re Jacopo già indebolito dall'età accondiscese a don Alfonso, il quale bollente in ambizion giovanile lutto giorno gli ripeteva, quanto difficile l'acquisto della Corsica stretta con nuovi legami a'Genovesi, tanto agevole quello della Sardegna. Perchè oltre alla massima generale che un regno diviso mal si difende, ei rifletteva che Pisa aveva da gran pezza perduto l'imperio del mare; che Genova or or sì temuta, era assediata dagli stessi suoi cittadini; e che le principali famiglie dell'isola dovevano naturalmente antiporre un gran monarca a due refi) Raynal., T. IV. A. 1303.
      (2) Un dato numero di soldatesche ausiliarie, un censo perpetuo di duemila marche d'argento, confiscatone in caso d'inosservanza, omaggio.
      ed


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Secondo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 496

   

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