La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO TERZO 85
      cali, e messosi in giubbone come un soldato di cavalleria con armi leggere in dosso e una borsa colma d'oro in tasca, montò un velocissimo ronzino e spronò via, incognito a tutti, salvo a'suoi camerieri. Alla mezzanotte soltanto s'accorsero in Sutri della sua fuga.Molti la biasimavano; ma quando ivi ad un'ora videro aprirsi le porte, ea entrar nella terra trecento cavalli imperiali con manifesta intenzione di far violenza al papa, nessuno fu che non esaltasse la sua vigilanza e attività (t). Il quale dubitando non il primo colpo fallito, riuscisse il secondo, imbarcatosi la sera appresso con sette cardinali, in pochi minuti si trovò lontano da un nemico potente e da un paese disarmato. Senonchè il vento, da principio favorevole, diventò poi si contrario, che bisognò approdare all'isola dell'Elba quantunque suddita ai Pisani. Ad ogni modo, nè il presidio nè gl'isolani osarono dar noia a un ospite si venerando. Il dì appresso, primo di luglio, udita la messa votiva della Vergine, e ricevuta la generale asso-luzion de'peccati, perchè avevano a scorrere piagge nemiche e un mare ancor burrascoso, salparono dall'isola, e nuova traversìa li costrinse a ricoverarsi per tre giorni in Portovenere, eh'è il seno più occidentale del golfo della Spezia. Alla fine placida l'onda e l'aere sereno, vogarono a Genova, ove l'errore del podestà gli fu ascritto a virtù (7 di luglio). 11 dolcissimo aspetto
      (I) Math. Pari», List. Angi.
      Serba , T. II. «
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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Secondo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 496

   

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