Nuovi ricordi arabici su la di Michele Amari

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      « in piò, o sedendo o giacendo sul fianco; e « meditano su la creazione de' Cieli e della Terra. 0 Signor nostro [dicon essi] non hai creato ciò invano ! Che tu sia lodato ! Scampaci dal supplizio del fuoco!) »
      Frammenti di un diploma arabico ritrovati nelle schede del notaio Giovanni Scriba di Genova (').
      comuetaJines none voli* inposite sint
      (>) Questo volume di schede appartenente all' Archivio de' Notaiò composto di fogli che portali date dal 1151 al 116G, e fu tutto stampato nel volume II Chartaram de4 Monumenta Jlistoriae Patriae. Tra' molti altri Sfogli ve ne hq^ cinque di bella caria bambagina, alti da 26 centim. e larghi 18 all'incirca, tagliati per traverso in un gran rotolo che doveva esser lungo molti metri e che usciva, com'è' parmi evidente, dalla cancellarla de' califi fatemiti d'Egitto, e conteneva una epistola arabica, con traduzione latina interlineare indirizzata ad uno stato cristiano, probabilmente d'Italia e forse allo stesso Comune di Genova. 1 caratteri arabici, di quella forma che gli orientali chiamano thulthi, o thuluthi, che torna ad un neslthi molto grosso, sono bellissimi e molto neri; i latini sembrano del principio del XII secolo. Ciascun de' primi quattro brani di foglio ha un rigo arabico ed un latino discosti tra loro più di tre dita; nel quinto si veggon due righi arabici, un de' quali raulilo, ed un rigo latino nel m'zzo; la traduzione interlineare mi sembra contro ogni uso scritta sopra il testo arabico; poiché nei primi tre brani non risponde al testo, ma vi si adatta bene nel quarto e così pare anche nel quinto.
      Io ho dati cotesti brani nella prefazione a' Diplomi Arabi clet r. Archivio fiorentino, pag. Ili, nota 5. Volendo or la Società Ligure non solamente ristamparne il testo e la versione, ma darne amo il fae-simile (Tav. II, III, IV) ed essenti ) stati a qiiìst) fine lucidati que' be'caratteri con l'assistenza dell'avv. Pier Costantino Remondini, preside della Sezione d'Archeologia nella Società Ligure, questo erudito, coltivando anco la lingua arabica, si è accorto che la scrittura araba del brano n. 4, si adatta per Io appunto a quella del primo rigo del n. 5; talché l'uno e 1' altro non son che mezzi righi tagliati a sbieco, e uniti dànno unaVili. .
      vengano o vadanopag. 30


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Nuovi ricordi arabici su la storia di Genova
di Michele Amari
pagine 149

   

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