Nuovi ricordi arabici su la di Michele Amari

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      anco la valuta (') di cinquecento [dinar] d'oro. Il Kàid vi ha scritto di ciò parecchie volte e non ha ricevuto del [suo avere] pag. 28 se non che trenta dinar [consegnatigli] per man del console [eh' era] in quel tempo (3); nò l'hanno soddisfatto del suo avere, cioè i cinquecento dinar d'oro in contanti, non che il prezzo della nave, del ferro e del legname, il qual prezzo montava a 2000 [dinar] d' oro.
      Capitolo G.° Sulla quistione di Mondi (Sigismondo) e Franchello, que' che dimoravano a Sfax e che, essendo fuggiti da quel paese per andare a trovar Lucchese, noi li facemmo prendere in viaggio pria che arrivassero appo di lui, [sappiate che] noi non abbiam dato cotesto provvedimento senza averne fatta parola al console ed a' mercatanti genovesi, i quali assentirono alla cattura di que' due ed alla confisca dell'aver loro. Noi allora li facemmo sostenere e facemmo confiscar l'avere con l'assentimento del console che sedeva in quel tempo e de' mercatanti genovesi. Or vi perverrà una lettera di Giacomo il B»n»k [il Uanchiere] su questo particolare. Noi ripetiamo i nostri diritti, sì come voi fate de' vostri.
      Voi sapete che tutti questi casi portano allo scioglimento [del trattato] di pace. Ne' fatti di costoro che abbiamo or or narrati è manifesta la frode, nò voi lo ignorate. Vi chiediamo dunque una risposta capitolo per capitolo.
      Similmente abbiamo risaputo chc Costantino il mercatante genovese dimorante adesso qui, ha fabbricato insieme con certi suoi socii un conio di ferro da [monete] nasirine (3), col quale
      (') Cos'i rendo la voce mosctara che si legge chiaramente e che ha qui, senza il menomo dubbio, il significato di « somma di danaro », confermato per altro, con l'aggettivo mohdhirali (presenti, pronti, effettivi) che si dà più innanzi al plurale dinàntr, e ch'io ho tradotto « contanti ». Si confronti la versione genovese contemporanea, che non è niente fedele in questo luogo.
      (2) Il vocabolo che spiego cosi per conghiettura potrebbe anche leggersi ainir e sarebbe allora nome proprio.
      (3) Hi certo monete battule nel regno di un Nàsiv-li-dia-illah o Nàsir-ed-din (\usiliare della religione) il qual titolo è stalo preso da principi musulmani di


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Nuovi ricordi arabici su la storia di Genova
di Michele Amari
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