Nuovi ricordi arabici su la di Michele Amari

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      eatanti genovesi presentatisi con lui, hanno giurato secondo la presente forinola la pace e i capitoli spiegati in questo scritto,-[e ciò] il quattordici aìàr (*) dell' anno seimila settecento e no-vantotto, in presenza di me, 1' umile Pietro vescovo di Misr nell'atto che il purificato vangelo era dinanzi a me e al detto ambasciatore, il quale stava ritto ed a capo scoperto. E ciò scrivo p.ì.u. 17 di mia propria mano per attestare ch'eglino hanno giurato col giuramento maggiore, sopra il vangelo e la croce, in presenza dei preti e monaci che soscriveranno qui appresso.
      Copia della soscrizione di coloro che assistettero a questo giuramento.
      Sono intervenuto a ciò e ne fo testimonianza: scritto dal wagih (3) eh' ei fu, in oggi Arsenio. •— Altra — Sono intervenuto a ciò e ne fo testimonianza: Arsenio superiore del Monastero del Castello. — Altra — Sono intervenuto a ciò e ne fo testimonianza: scritto dall'iracondo (4) Matteo. — È intervenuto a ciò e ne fa testimonianza: Michele monaco del convento del Sinai.—Seguono parecchie soscrizioni franche: Bonifazio (?) console genovese — Il mercatante Anischino (?) padrone della nave — Il mercatante Daniele Scia'àr — Il console Raffo — Il modesto Daniele Boccanegra.
      Cotesti capitoli sono stati copiati la domenica, due di giuinadi primo dell'anno secentottantanove [13 maggio 1290] che Iddio [ci] renda prospera la fine di esso [anno]. Quanto è scritto qui in linguaggio franco è stato letto, voltandolo in arabico, da
      (') Mese siriaco che risponde a Maggio.
      (») Ancorché Misr si dica ordinariamente del Cairo vecchio, qui significa tutta la provincia, cioè l'Egitto.
      (3) Voce arabica che significa uomo notabile, ottimate. Fattosi monaco perdea la qualità, ma non gli spiacea di ricordarla.
      (*) I monaci greci di tutto l'Oriente usavano questo vezzo di accompagnare alla loro soscrizione le qualità di scellerato, porco, indegno del nome d'uomo, ecc • si vede che il nostro Matteo andava più piano nella penitenza.


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Nuovi ricordi arabici su la storia di Genova
di Michele Amari
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