I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      CAPITOLO QUINTOfrapponeva ogni giorno nuovi ostacoli, perché li sapeva ghibellini e però a lui avversi. Faceva sempre proposte inaccettabili dai Pisani, per mandare le cose in lungo. Cosi nulla si concludeva, ed era quel che voleva. Ma la sua alterigia fini col portare la divisione nel seno dello stesso partito guelfo. Nino Visconti, giudice di Gallura, suo nipote e capo naturale dei Guelfi, cominciò ad accostarsi ai Ghibellini per far guerra allo zio. Il quale allora, senza esitare, mandò in esilio molti altri Ghibellini, e fece abbattere dieci dei loro più ricchi palazzi. Lo sdegno cominciò a divampare. Nino si uni strettamente ai Gualandi, ai Sismondi, e cercarono di sollecitare il ritorno dei prigionieri, cosa che il Conte ritardava con nuovi pretesti, mantenendo vive le cagioni di guerra con Genova. Pensarono allora di sollevare il popolo contro di lui, ma non vi riuscirono; ricorsero perciò alle vie legali, per vedere se cosi potevano porre un freno alla sua autorità eccessiva. Egli era stato nominato Capitano generale del popolo, ma aveva illegalmente assunto anche l'ufficio di Podestà, e senza diritto s'era alloggiato nel Palazzo della Signoria. Nino e i suoi amici protestarono presso gli Anziani, e l'obbligarono ad abbandonare il Palazzo, riducendosi nei termini della legge. Il che egli fece, ma per poco tempo, e ripigliò ben presto con la forza la sua prima autorità. Intanto l'odio delle parti cresceva, studiandosi il Conte di mantener viva la discordia con .Genova, i suoi nemici cercando invece di concludere la pace e riavere i prigionieri, perché anche questo era un mezzo per abbatterlo.
      Finalmente, accortosi del grave pericolo in cui versava, il Conte voleva in qualche modo uscirne. Visto che alcuni dei Guelfi, uniti ai Ghibellini, gli erano divenuti del pari avversi e gli facevano guerra, pensò d' avvicinarsi a questi, per separarli da quei Guelfi che lo avevano abbandonato, e che perciò voleva abbattere, sperando di potere più tardi compiere la medesima opera contro i Ghibellini, dopo averli isolati. Ma, sebbene non gli mancasse di certo l'astuzia, fini coli'aver contro di sé gli uni e gli altri, ed alla


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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