I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      240 CAPITOLO QUINTOpubblica in mano delle Arti maggiori ; avevano ottenuto in Toscana un grande predominio, di cui seppero giovarsi mirabilmente per aumentare il loro commercio. A questo infatti giovò moltissimo la lega politico-commerciale, conelusa nel marzo dell'82, cui abbiamo più sopra accennato, come aveva giovato la sottomissione delle terre o città vicine.
      Restavano però sempre nemiche Arezzo e Pisa, ambedue ghibelline. La prima minacciava nella valle superiore dell'Arno; la seconda, ricca, potente, signora del mare, minacciava nella valle inferiore, e teneva in mano la chiave del commercio marittimo dei Fiorentini, trovandosi nella via che mena a Livorno ed a Porto Pisano. Bisognava quindi che Firenze prima o poi pensasse, con le forze riunite de' suoi amici, con nuove alleanze, a liberarsi da questi nemici, soprattutto dal secondo, che, chiudendole il mare, divenuto ora più che mai necessario al suo commercio, poteva render vani tutti i trionfi già ottenuti.
      Intanto vi furono due anni tranquilli, nei quali i Fiorentini poterono godersi i benefizi della pace. Vennero accolti in Città, con pompa ed onore, il principe di Salerno figlio di re Carlo, ed altri della casa reale. Nel marzo del 1283 venne il Re stesso, che andava in Francia, per battersi in singoiar tenzone a -Bordeaux con Pietro d'Aragona, il quale dal popolo di Sicilia era stato proclamato signore dell' Isola. Con questo duello, di cui fu molto parlato, ma che non ebbe poi luogo, doveva finir la guerra che desolava l'Italia meridionale. Ed anche ora il Re, sebbene dovesse aver l'animo turbato da molti e gravi pensieri, sebbene ricevesse in Firenze una clamorosa accoglienza, jnire, non curando punto la noia che dava al popolo, volle creare altri cavalieri. Tuttavia, partito che fu, le feste continuarono con più ardore che mai. In occasione del giorno di S. Giovanni, sempre solennemente celebrato in Firenze, si formò una compagnia di mille giovani, i quali, vestiti di bianco, avendo alla testa uno di loro che rappresentava l'Amore,1 si dettero a
      1 Questa Corte, (lice il Villani, (VII, 89) « fu la più nobile e nominata, che mai fosse nella città di Firenze ».


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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