I primi due secoli della di Pasquale Villari

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      142: CAP. TERZO - PRIME GUERREper lui era il solo stato legale e normale. Se non che, la difficoltà qui non stava nel provare il suo diritto, secondo la teoria imperiale ; stava invece nel farlo valere. Era una quistione di fatto, che solamente la forza poteva risolvere. I Podestà imperiali, come noi abbiamo già visto, furono per tutto istituiti; ma se nel contado riuscirono ad ottenere obbedienza, non senza contrasto e parzialmente, nelle città più grosse, invece, massime a Firenze, non riuscirono punto. I Potestates Florentìae o Florentinorum, come di Siena o dei Senesi, e simili, che noi incontriamo assai di frequente, son quasi sempre, e per Firenze può dirsi addirittura sempre, Podestà imperiali, messi nel contado, di cui disputavano la giurisdizione ai Consoli. Or siccome pel Comune il contado era suo proprio territorio, e voleva perciò comandarvi ; per l'Impero, invece, il contado doveva, insieme con la Città, essere sottoposto ai Podestà imperiali, cosi ne seguiva naturalmente che essi venivano da tutti chiamati Podestà di Firenze o dei Fiorentini, e per le stesse ragioni, Podestà di Siena o dei Senesi, d'Arezzo o degli Aretini, ecc. Nel fatto però, essi non solamente non riuscivano a comandare dentro le mura delle grosse città, ma nel contado stesso erano in conflitto continuo con l'autorità dei Consoli, ed abbiamo già visto quanta confusione ne nascesse. E tuttavia assai naturale il credere, che, con la venuta di Federico I in Toscana, l'autorità di questi Podestà dovesse immensamente crescere, e che, per qualche tempo almeno, riuscissero davvero ad esercitare la propria giurisdizione in tutto il contado, fin sotto alle mura delle città. Questo fece dire ai cronisti, che l'Imperatore aveva tolto a Firenze il contado. E certo però, che quando egli parti, le cose tornarono subito nello stato di prima; i Consoli cioè continuarono a rendere ovunque, più che potevano, vana l'opera e l'autorità degli ufficiali imperiali. Il sorgere dei Comuni aveva creato un nuovo stato di cose, del quale l'Impero poteva non ammettere il valore legale, ma che non aveva poi la forza di distruggere. Questo fu che indusse finalmente Errico a riconoscere


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I primi due secoli della storia di Firenze
Volume Primo
di Pasquale Villari
Sansoni Firenze
1898 pagine 317

   

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