Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      450 storia fiorentina. ,_1530]dini, e alcuni altri affezionati della casa de'Medici; i quali quasi ogni sera erano chiamati a ristretto in camera del papa, dove intervenivano ancora i due cardinali Salviati e Ridolfi, e quivi non si ragionava d'altro, che della riarma dello Stato di Firenze. Era stato avvertito Filippo da Benedetto Buondelmonti, suo grandissimo amico, ma più della casa de'Medici, della mente del papa, mostrandogli con efficacissime ragioni, quello essere il tempo nel quale bisognava, o che egli acconsentisse a tutte le cose che proposte gli fussero, e cosi verrebbe a scancellare i sospetti passati, o che contraddicesse non solo in vano, ma con suo pericolo manifesto. Onde Filippo, tra per questo e perchè egli poco di repubbliche si curava, rispose (ancoraché alcuni dicono ciò essergli paruto strano) che farebbe a puntino, senza preterire un iota, tutto quello che ordinato e comandato gli fosse ; e pochi giorni appresso, perchè sendosi sconcia una gamba, non poteva andare nè a piò nè a cavallo, e' si fece portare in sur una seggiola a palazzo, dove ristrettosi col papa a segreto consiglio questi cinque soli, Salviati, Ridolfl, Iacopo, Ruberto e Filippo, conchiusero, secondochè al papa piaceva, Ghe non istando bene due capi a un busto, si dovesse levare1 la Signoria e '1 gonfaloniere, e fare il signore Alessandro duca assoluto di Firenze.
      LXIII. A questa cosi grande e così importante resoluzione non s'oppose nè contraddisse nessuno de' cinque, se non solamente Iacopo Salviati; il quale non potendo sentir ricordare nè che si creasse principe assoluto, nò che si edificasse in Firenze alcuna fortezza, come di già si ragionava che fare si dovesse, disse, che a lui, il quale era affezionatissimo e si stretto parente alla casa de'Medici, pareva che il governo della città di Firenze dovesse bene essere nelle mani e nella balia di cosi nobile e benemerita famiglia, ma in quel modo però, e con quella maggioranza eh' egli era stato tant' anni. Ricordò, che alla morte di Leone i cittadini stessi, tutto che il popolo fosse armato, conservarono lo Stato a' Medici, nel qual tempo, non che fortezza, non vi si trovava guardia nessuna; affermò, che le migliori fortezze e più sicure che potevano essere in una città, era la benivolenza de'citta-


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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