Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1530] libro dodicesimo. ' 443
      per sua propria clemenza, e a' caldissimi preghi della Santità di papa Clemente ricevuta in grazia di nuovo, e rendutole larghissimamente tutte le ragioni, preminenze, immunità, privilegi e grazie imperiali di prima, donde era per le cagioni e ragioni sopraddette meritamente e secondo la disposizion delle leggi caduta; e ordinato che l'illustre famiglia de'Medici, e conseguentemente l'illustre signor Alessandro duca di Civita di Penna, suo dilettissimo genero, dovessono esser ricevuti e accettati nella patria e casa loro, con quella stessa autorità e maggioranza la quale v'avevano innanzi che cacciati ne fossero, e riformandosi lo Stato, e creandosi i magistrati come innanzi al mille cinquecenvenzette si faceva; il detto duca Alessandro fosse capo e proposto di tal reggimento in tutti gli ufici e magistrati, come era suto deliberato per legge municipale agli diciassette di febbraio, mentrechè durava la vita sua, e dopo la sua morte tutti i suoi legittimi figliuoli ed eredi e successori maschi discendenti del corpo suo; intendendosi sempre, che la prerogativa della primogenitura dovesse aver luogo; e mancando la linea legittima di detto Alessandro, in tal caso il più propinquo di detta casa de' Medici della linea di Cosimo e di Lorenzo fratelli, colla medesima prerogativa dell'età, cioè chi fosse maggior di tempo dovesse esser successivamente in infinito primo capo del governo, stato e reggimento di detta Repubblica, e sotto la cura e prolezione di lui avesse a essere detta città di Firenze; la quale se mai per tempo alcuno , o per qualunche cagione facesse contra la deliberazione e dichiarazione del presente decreto, s'intenda subitamente esser caduta di tutte le grazie, privilegi ed esenzioni sopraddette, ed inoltra esser devoluta all'Imperio, sotto pena a chiun-che contraffacesse di cento marche d'oro.
      LIV. Il Mussettola, posto che ebbe fine al suo ragionamento, mostrò a ciascuno de'magistrati il Privilegio, poi lo diede nelle mani a messer Francesco Campana primo cancelliere e segretario della Signoria, il quale lo lesse ad alta voce cosi come egli stava, e l'intimò pubblicamente colle solite cirimonie; il che fatto, messer Benedetto Buondelmonti, il quale uscito, fatto l'assedio, della torre di Volterra, era stato eletto gonfaloniere, si rizzò in piedi, e con volontà de-


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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