Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

Pagina (438/465)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      [1530]libro dodicesimo. '
      437
      maliziosamente, affinechè egli facesse istanza a Cesare, che désse la sentenza. Il qual Cesare per potersi scusare col papa, come poi fece, e rivolgere la colpa addosso al suo nunzio, gli faceva intendere artatamente, che voleva lasciare spirare il compromesso senza giudicare. Ma finalmente stimolandolo il Vasona, per le cagioni dette, ogni giorno più, Cesare lodò, e secondo la relazione de' dottori, aggiudicò Modana e Reggio con tutte le loro appartenenze al duca di Ferrara, e fece che il papa, ricevuto da lui centomila ducati, benché alcuni scrivono cencinquantamila, e ridotto il censo secondo l'usanza antica a diecimila fiorini d'oro l'anno, dovesse rinvestirlo della giurisdizione di Ferrara. Per questa novella, la quale giunse in Roma in di ricordevole, cioè a' sei di maggio,1 veggendo Clemente sbeffato ed ingannato sè e il suo nunzio dall' imperadore e dal suo Consiglio, ne prese sdegno e dolore inestimabile, e mentre secondo la natura e usanza sua cercava di ricoprirlo, l'andava scoprendo più; non solo non volle omologare il lodo e pigliare i danari allora, ma nè anco poi per la festività di San Piero accettare il censo, come è usanza. Nella qual cosa mostrò con maraviglia di molti, che più poteva lo sdegno dentro il suo petto, che l'avarizia. Il quale sdegno e odio occulto egli serbò non solo contra '1 duca, col quale pensava di potersi valere o con gì' inganni o colle forze, ma ancora contra Carlo, il quale, o perchè gli paresse d'averselo guadagnato in perpetuo per le cose di Firenze, o per altre cagioni, lasciando strigare tra loro il restante, consegnò Modona e Reggio, eh' egli teneva in deposito, al duca.
      XLVII. Erasi l'esercito spagnuolo, partito che fu di sotto Arezzo, accampato d'intorno a Siena a contemplazione del papa, il quale, per potersi valere di quello stato, voleva, essendo morto Fabio Petrucci, rimettere gli usciti del Monte de'Nove, e dopo lunga pratica si convenne finalmente, che ognuno, senza alterarsi però la forma del governo, potesse godere liberamente la patria e la roba sua; e per sicurtà degli usciti vi si messe una guardia di trecento fanti spagnuoli, de'quali era il capo il duca di Malfi, il quale più tosto per
      ' Giorno del crudele sacco di Roma.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

Pagina (438/465)






Cesare Cesare Vasona Cesare Modana Reggio Ferrara Ferrara Roma Clemente Consiglio San Piero Carlo Firenze Modona Reggio Arezzo Siena Fabio Petrucci Monte Nove Malfi Roma