Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      428 storia fiorentina. ,_1530]stare a freno e in cervello, colla temenza di potergli a ogni lor posta convocare un concilio addosso.
      XXXVIII. Aveva di già in animo l'imperadore di voler punire i nimici suoi e della casa sua, e ridurre a ubbidienza (come se ne gli porgesse l'occasione) quelle città le quali s'erano poco meno che ribellate da lui; perciocché quanto gli promettevano amorevolmente colle parole, tanto gli toglievano villanamente co' fatti; per le quali cose Carlo, non ostante che i Protestanti avessono protestato di nuovo, fece intimare a Gio-vanfederigo, che dovesse un di determinato ritrovarsi in Colonia per faccende dell' imperio importantissime ; il qual Gio-vanfederigo ebbe il medesimo giorno lettere dal vescovo di Magonza, primo tra gli elettori, nelle quali si conteneva, l'imperadore averlo ricercato eh' egli dovesse far ragunare gli elettori, per cagione di creare il re de' Romani. La qual novella scritta da lui subitamente a tutti gli Stati e principi dello 'mperio, e a tutte le città della Lega, riempiè di sospetto, e mise sottosopra tutta la Lamagna; perciocché sebbene il re Ferdinando era degnissimo da tutte le parti di succedere in tanto imperio a sì grande imperadore, nondimeno gli Alemanni, e massimamente i Protestanti, conoscendo, quantun-che tardi, questo essere un perpetuare l'imperio nella casa d'Austria, facevano ogni resistenza che potevano. Le cagioni che allegava Carlo di volere che si creasse il re de' Romani, erano queste: che avendo egli sotto di sè molti reami, e bisognandogli aver cura di vari popoli, non poteva riseder sempre nella Germania; e tanto più poteva ciò men fare, quanto tutta la Cristianità, e specialmente l'Alemagna, si trovava in quel tempo in grandissima combustione e pericoli, sì per le discordie della religione, e sì per la potenza del Turco, il quale s'apprestava a venirle sopra con un esercito innumerabile; e si ancora, perchè pareva che volesse risurgere di nuovo la guerra de' contadini; nella quale pochi anni innanzi erano stati insieme con Tommaso Monetario, lor capo, tagliate a pezzi in più volte oltra centomila persone; standosene Lutero a sgambettare e a ridere, il quale co' suoi scritti aveva suscitata tutta quella guerra; sebbene, poiché e' gli vide vinti, confortava i principi a mettere un piò, come si dico, in sulla


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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