Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1530-1531]libro dodicesimo.
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      so, usava di fare assai spesso, prestandone ancora grosse somme a'cittadini grandi, facendogli però pagare per terze persone, e obbligargli al libro del suo banco, di maniera che se ne potesse valere a sua posta. Queste sue tante virtù e felicità, accompagnate da tanti vizi e capitali costumi, gli avevano concitato appresso molti non minore invidia che odio, e furono alla fine cagione della sua rovina e dell' altrui.
      XXX. Alle tante disgrazie e miserie, quante io ho raccontate di sopra, se n'aggiugneva, come se fossero state o poche o piccole, un' altra di non poco nè piccolo momento; e questa era, che, per una deliberazione fatta nel principio dalla Balia, tutti coloro i quali avevano comperato beni o mobili o immobili da alcuno ribello, erano rigidissimamente costretti da cinque uomini creati sopra ciò a rendergli tutti, senza riavere pur un soldo di quanto speso vi avevano, tutto che a vi-lissimi prezzi comperati gli avessono: similmente coloro i quali compro avevano de'beni dell'arti, o degli spedali, o de'luoghi pubblici, bisognava che gli restituissero incontinente, senzachè fosse renduto loro cosa alcuna; benché quanto all' arti fu poi ordinato, che fra il termine di otto anni si dovessono rimborsare. Sopra i beni ecclesiastici era venuto da Roma con ampissima autorità messer Giovanni de Statis uomo intero e intendente, e che essendo stato altra volta lungo tempo con ottima fama vicario dell' arcivescovo, come conosceva ed amava in Firenze molti, cosi v' era da molti conosciuto e amato. Costui gli fece rendere tutti quanti, senzachè nessuno de' comperatori ne ricevesse pur un picciolo; onde avvenne, che molti avendo perduto in un punto solo tutto quello che con grandissima fatica e rispiarmo avevano raggranellato e raggruzzolato in molti anni, divennero poveri in canna. Onde con nuove confusioni si sentivano nuovi guai e rammarichi; e tanto più, che coloro i quali si trovavano accesi no' libri del Comune, o per gabelle non pagate, o per altro cagioni, erano stretti severissimamente tutti a dover pagare; e dall' altro lato coloro i quali, o per case rovinate, o per altre cagioni avevano avere dal Comune, non solo non erano pagati come Libertini, ma ripresi come Piagnoni, e proverbiati.
      XXXI. Erano già, di due, i quattro mesi passati, e tutto


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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