Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      storia fiorentina.
      ,_1530]menti ritrovati da lui, piuttosto crudele che severo, si mostrava, per i scancellare l'azioni fatte nel suo gonfalonieratico contra i Medici, e racquistarsi fede, asprissimo e implacabile : parendo agli uomini, se non ragionevole, spediente di rivoltare le loro colpe sopra gli altri uomini, ancoraché innocenti. Fu chi biasimò di poco animo e di poco giudicio Pieradoardo, perché egli non seppe, se non tener Pisa, almeno salvar sé, come aveva fatto Lorenzo Carnesecchi nel consegnare Ca-strocaro per lettere della Signoria a Pierfrancesco Ridolfi, e Giovambatista Gondi nel consegnare Volterra a Giovan Vettori nuovo commessario; e tanto più, che al Giachinotto s'era scoperta occasione non piccola, non solo di potere, ma di dovere ciò fare. Perciocché il signore Alessandro Vitelli e 'I signor Fabrizio Maramaldo e il capitano Giucchero colle loro fanterie e cavalli avevano dopo la rotta del Ferruccio, accomodati da' Lucchesi d' artiglieria grossa, quasi assediato Pisa con due campi uno di qua d' Arno, e l'altro di là. Ma il capitano Michele1 da Montopoli, uscito loro addosso per la porta di San Marco, gli ruppe e ributtò; il quale dopo l'aver lungamente e valentemente combattuto, fu con grandissimo danno de' nemici, e molta gloria di sé, con più ferite ammazzato, e l'assedio si convertì in predare bestiami qua e là, e rubare se cosa alcuna in verun luogo era rimasa: infinochè, ricevuti i danari, si partirono anch' essi tutti carichi di preda e d'oro.
      XXII. Erano di già col nuovo gonfaloniere messer Simone Tornabuoni senatore di Roma, uomo di bella presenza e di buona mente, non rapace, non ambizioso, non crudele, ma spensierato e goditore, entrati i nuovi Signori, i nomi de' quali, perchè vi stavano piuttosto per un segno e prò forma, come si dice, non porremo di qui innanzi, se non quanto la chiarezza e la necessità della storia ci parrà che lo richiegga, e tanto più che il primo segretario loro, il quale era messer Francesco Campana da Colle, uomo che amava sommamente e favoriva le lettere e i litterati, aveva con pessimo esempio cominciato a corrompere le scritture delle memorie pubbliche,
      * Il M». P. Piero.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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