Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1530-1531] libro dodicesimo. 393
      soldati medesimi. Nò voglio lasciare indietro, che tre giorni avanti che Malatesta partisse, essendosi partiti il giorno dinanzi gli Spagnuoli e i Tedeschi verso il Yaldarno, i Còrsi con saputa e consentimento suo (il quale voleva ristorar Pasquino della sua perfidia) s'abbottinarono, o, come si dice oggi, s'ammotinarono, e corsi a furia in sulla piazza di Santa Croce, gridavano sacco, sacco, e di già cominciavano a voler manomettere le genti ; quando Malatesta giunto a quel romore e spintosi innanzi col suo muletto, facendo sembiante colla mano di voler favellare a Pasquino, fu da loro fintamente fatto prigione, e poco di poi, fatto veduta che per esser rilasciato da loro e salvare la terra dal sacco s'era cosi convenuto, bisognò che si pagassero loro di presente diecimila ducati in contanti. Con questi indegni modi, e per tante e si scellerate vie era non meno delusa che afflitta quella povera e infelice da se stessa, e dagli altri miseramente ingannata e tradita cittadinanza.
      IX. Era di que' giorni sceso di Valdarno, dove era stato più mesi col suo colonnello, e fattovi incredibili danni, Cesare da Napoli, e accozzatosi con alcuni Italiani nel piano di San Salvi, attendeva a rompere le strade e rubare quante vettovaglie poteva di quelle eh' erano portate o nel campo o a Firenze. Costoro, sentite le grida di dentro, si rappresentarono in un momento alla porta a San Gallo, e profferendosi largamente in tutto quello che potevano, chiesono d'esser lasciati entrare in Firenze; ma il capitano Paolo da Spuleto, il quale v'era per buona sorte alla guardia, fedelmente portandosi, non gli volle accettare, e cominciando essi ad abbassare gli archibusi e volere sforzare la porta, valorosamente gli ributtò. Alla costui fede e valore devono essere grandemente e in perpetuo obbligati i Fiorentini, perciocché, se egli fosse stato o men fedele o men valoroso, la città di Firenze correva manifesto risico di dovere andare a ruba e a sacco con infinito danno e perpetua vergogna.
      X. Giunto Malatesta in Perugia, e conoscendo d'esser nel segreto in disgrazia di Clemente, e sappiendo che per tutta Italia e fuora si diceva lui aver venduto Firenze al papa, e coùdotti i miseri cittadini come agnelli alla beccheria, mandò


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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