Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      storia fiorentina.
      [1530]da soprastare per il pagamento; chè quando ciò seguisse, la città ritornerebbe ne' medesimi pericoli eh' ella è stata e ancora si ritrova. Ho voluto tutte queste cose, dopo averle significate, come ho detto, al signor commissario, fare anch' io intendere a Vostra Beatitudine, la quale se altramente non mi proibirà, ad ogni comandamento d'esso commessario sono parato a partire con assai allegrezza di me e di lutti i miei, per uscire dello stento, nel quale tanti mesi fa s'è penato. Mi duole solamente di due cose, l'una di non lasciare la città del tutto libera d'ogni pericolo, l' altra di non trovarmi a consegnarla nelle mani degl' illustrissimi nipoti di Vostra Beatitudine. Pure a me piacerà quel tanto che piacerà a Quella, e non mi darà molestia la presonzione d'alcuni, che per la specialità loro vogliono detrarre alla fede altrui, la quale l'opere mie hanno dimostrato in tutti i tempi ; ma perchè tali persone non hanno grado ch'abbia da competere meco, non dirò più, rimettendomi sempre nella buona mente di Vostra Beatitudine, la quale sempre mi farà intendere la sua volontà, ed io sempre le sarò ubbidientissimo figliuolo.
      Di Firenze 3 di settembre nel 30.
      Umilissimo servitore Malatesta Baglioni.
      Vili. Il papa (il quale, o perchè, come testimonia il motto vulgato, i tradimenti piacciono, ma non i traditori, o per altra cagione, aveva in animo, non solo di non voler osservargli le convenzioni, dove potesse far di manco con qualche scusa, se non vera, apparente, ma di perseguitarlo) gli fece, non ostante le cagioni e ragioni allegate nella sua lettera, replicare di nuovo, che votasse la città : perchè egli senza far pur menzione della promessa od obbligazione sua di non dover partire prima che Cesare, secondo la capitolazione, avesse riformato il governo, avuto una patente da Don Ferrante, eh' egli e tutte le genti sue fossero ricevute e ben trattate con loro danari per dovunque passassero, si parti agli dodici per la via di Siena, e ne menò seco assaissimi muli carichi di diverse robe, molte some di vettovaglia, cinque carrate di munizione, due sagri er sei mezzi cannoni, maladicendolo tacitamente tutto il popolo fiorentino, e buona parte de'suoi


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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