Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      ' marlo, o negarlo, se ne passò leggermente con un ghigno.
      VII. Aveva messer Giovan Antonio Mussettola, il quale era venuto da Roma con segrete commessioni, fatto sapere più volte al signore Malatesta, che la mente di Sua Santità era, eh' egli con tutte le genti sue sgombrasse quanto prima la città; la qual cosa (sebbene mostrava il contrario) gli pareva stranamente ostica : e ciò, non per tema che Firenze, partito lui, restando disarmata, non andasse a sacco, come egli diceva, nè per osservar l'obbligo, il quale egli aveva fatto di non dovere partirsi di Firenze, prima che Cesare avesse secondo la capitolazione riformato il governo; ma faceva per istar più tempo in quella grandezza e quasi signoria, e perchè desiderava grandissimamente quello eh' egli doveva (se avesse conosciuto, o stimato 1' onore) grandissimamente fuggire, e ciò era di trovarsi a consegnare Firenze nelle mani de'nipoti del papa, non sappiendo egli chi de' duoi, Ippolito o Alessandro, avesse destinato Clemente per successore della grandezza della casa de' Medici : rispondeva dunque al Mussettola, che jl partir suo era pericoloso per la città, e da doversi considerare molto bene. Onde non mancò chi disse poi, che il voler consegnare la città di sua mano a' nipoti del papa, e l'aver mandato il Foiano legato a Sua Santità, erano stati di sovvallo e per soprappiù del tradimento principale, aggiugnendo una mala giunta a una pessima derrata. Soggiu-gneva nondimeno Malatesta, ch'egli ogni volta che Baccio Valori, il quale la persona del papa rappresentava, gliele comandasse, era pronto e parato a partirsi, anzi che non desiderava cosa più, che andare a riposarsi nella sua patria, e ristorando tanti stenti e disagi tanto tempo sostenuti e patiti, " fare ogni sforzo di risanarsi per poter meglio servire Sua Santità : e in quel mezzo scrisse una lettera al papa : la qual lettera, per più chiara certezza di molte cose, porrò qui da piò fìdelissimamente di parola a parola: Santissimo e beatissimo Padre.
      Dopo li baci dei santissimi piedi. Non ostante che conti-novamente si sia ricordato con tutti que' modi che si richiede, tanto a' ministri imperiali, quanto agli agenti di Vostra Beatitudine, a levar via questo esercito, per metter fine a tanti


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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