Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1530-1531] libro dodicesimo. 383
      del Dugento. — LXVIII. Senato de'quarantotto. — LXIX. Primiquattro consiglieri. Alessandro de'Medici con i consiglieri entra
      in possesso dell' imperio della Repubblica fiorentina.
      I. Era la città di Firenze, perduta la sua libertà, piena di tanta mestizia, di tale spavento e di si fatta confusione, che a gran pena, non che scrivere, immaginare si potrebbe. I vincitori fatti superbi, guardavano a traverso, e svillaneggiavano i vinti: i vinti per lo contrario venuti dimessi, si rammaricavano tacitamente di Malatesta, e dubitando di quello, che avvenne, non ardivano d'alzare gli occhi, non che di contrastare ai vincitori: i giovani avvedutisi tardi dell'error loro, non vi conoscendo riparo, stavano di raa-lissima voglia: i vecchi veggendosi in dubbio della vita e dell' avere, e in vano delle loro discordie e pazzie perendosi, stavano di peggiore: i nobili si sdegnavano tra sò, e si rodevano dentro d'avere ad essere scherniti e vilipesi dalla più infima plebe : la plebe in estrema necessità di tutte le cose, non voleva non isfogarsi almeno colle parole contra la nobiltà : i ricchi pensavano continovamente qual via potessono * tenere per non perdere affatto la roba: i poveri dì e notte in che modo fare dovessono a non morirsi in tutto e per tutto di fame: i cittadini erano grandemente sbigottiti e disperati, perchè avevano speso e perduto assai: i contadini molto più, perchè non era rimaso loro cosa nessuna: i religiosi si vergognavano d'avere ingannato i secolari : i secolari si dolevano d'aver creduto a' religiosi : gli uomini erano diventati fuor di modo sospettosi e guardinghi: le donne oltra misura incredulee sfiduciate : ciascuno finalmente col viso basso, e con gli occhi spaventati, pareva .che fosse uscito fuori di se stesso, e tutti universalmente pallidi e sgomentati temevano ognora di tutti i mali; e ciò non senza grandissime e gravissime cagioni, come per le cose che si diranno, si farà di mano in mano, a chiunche leggerà, manifesto.
      II. Dico dunque, ripigliando dove io lasciai, che i dodici della Balia, non ostante un accatto che s'era posto a cento cittadini che prestassero mille scudi per uno, e a dugento, che mancando i primi cento, ne prestassono in loro cambio


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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