Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1530] libro undecimo. ^351
      riare altrui, e sfogare dove e come potevano la rabbia loro contra la parte panciatica, lo condussero a San Marcello, non pensando che i nimici fossero cotanto vicini: e per certo chiunque si fida nelle speranze de' fuorusciti, o nelle impromesse d'uomini parziali, rare volte la farà bene, perchè quasi sempre ne resterà deriso o ingannato. Lo dannano ancora, che egli non rifuggì il combattere, potendosene andare per la via de' monti su pel dosso dell' Appennino, e calare nel Mugello; ma a questo si rispose bastevolmente poco fa. Lo biasimano finalmente, non essendo cosa alcuna più agevole, nè forse più usitata, che il non far nulla e biasimare ogni cosa, eh' egli, poscia eh' aveva eletto anzi il combattere che '1 fuggire, non elesse ancora piuttosto il morire che l'arrendersi ; quasi non sappiano che il medesimo errore è negli uomini forti il gettar via la vita quando non è necessario, che il risparmiarla dove non bisogna , e che come la morte è l'ultima cosa che si faccia, cosi ancora debbia esser l'ultima a volersi fare. L'ufficio mio non è difendere il Ferruccio, ma la verità, e però dovunque ella non appare manifesta, può ciascuno credere quello che più vero, o verisimile gli si dimostra : a me pare, che al Ferruccio non mancasse nè prudenza nò ardire, ma la fortuna ; perciocché se, oltra la pioggia, l'assalto si repentino e sì improvviso non gli avesse vietato il potere adoperare le trombe di fuoco e le mo-schette, era agevol cosa, che con quella poca gente rompesse il fiore de'Tedeschi, degli Spagnuoli e degl'Italiani, poscia-chè con non più di quattro trombe arse miserabilmente in pochissimo spazio, chi scrive cento e chi trecento Tedeschi, e con meno di cinquecento cavalli ne fugò oltra millequattro-cento. E di qui si può conoscere apertamente, che Malatesta quando negava il principe aver menato seco assai gente, negava il vero; e arguire quasi dimostrativamente, eh' egli, se quando giunse in Firenze la novella del viceré morto e della giornata vinta, avesse cavato fuora le genti, n' arebbe, se non era qualche gran fatto, riportato la vittoria certa : ma egli, se non voleva commettere tradigione doppia, noi poteva fare, conciossiacosaché, quando fu spogliato il principe, gli si trovò una cedola in petto di mano di Malatesta, per la quale l'as-


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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