Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1530]libro undecimo.
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      vallo uscito di Pisa per venire a soccorrergli ; onde quello essere il tempo di dover uscir fuora a difender la vita e la roba, e, quello di che maggior conto dovevano tenere, la patria e la libertā; nč esser da dubitare che si ottima causa non dovesse ottenere ottimo fine; perchč, sebbene avevano contro sč un papa e uno imperadore, eglino avevano anco il Re del cielo e della terra in favore. Se i soldati per non pių di tre fiorini il mese si mettevano ogni giorno alla morte mille volte, che dovevano fare essi per gli amici e per gli parenti, per le mogli, per gli figliuoli, e, brevemente, per loro medesimi ? Per le quali cose egli gli confortava e gli pregava quanto poteva e sapeva il pių, che e' volessono tosto e gagliardissimamente prepararsi, e quanto al corpo, armandosi tutti e fornendosi di polvere e di tutte V altre cose necessarie, e quanto all' anima, confessandosi e comunicandosi divotamente. Il che fu il di medesimo comandato ancora publicamente per bando; e la domenica che fu 1' ultimo del mese, la Signoria e tutti i magistrati si comunicarono con grandissima devozione in Santa Maria del Fiore, e poscia andarono a pricissione colle medesime reliquie e per le medesime strade di quella che fu fatta il giorno di San Giovanni. Il di primo d'agosto, il quale per la carestia di tutte le cose, e per gli pericoli che soprastavāno urgentissimi, cosė al pubblico come al privato, non si potette ferrare, com' č usanza; tutti e quattro i commessari delle bande andarono ciascuno al suo quartiere, e ragunati insieme i suoi quattro gonfaloni, gli confortarono a doversi mettere in assetto e stare continuamente in punto, perchč d'ora in ora, essendo apprestate tutte le cose le quali per uscir fuora aveva chieste il loro generale, aspettavano l'ordine d'andare o verso il Ferruccio per soccorrerlo, o contra il campo nimico per romperlo, e dato arme di tutte le sorte a chiunque ne volle, gli pregarono a stare in pace tra sč e ubbidire a' superiori loro.
      CXII. Aveva Malatesta, come conobbe che i Fiorentini non solo dicevano, ma facevano da dovero, e volevano arrischiare per ogni modo, cominciato a biasimare grandemente e detestare, cosi in pubblico come privatamente, questa cosė ostinata e cosi pertinace risoluzione del volere in tutto e per
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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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