Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      storia fiorentina.
      [1530]nostra e con perpetua infamia e biasimo vostro, violare le sacre vergini, svergognare le caste donzelle, sforzare le maritate, corrompere le vedove, e, quello che io non posso né pensare senza orrore nè proferire senza lagrime, strupare i giovani, e uccidergli insiememente.
      CX. Allora, non parlando più il gonfaloniere, ma piangendo e guardando il cielo fissamente colle braccia aperte, non si potrebbe dire quanto si commossono universalmente gli animi, e s'accesero tutti incredibilmente di desiderio di combattere, avendo il signor Malatesta e '1 signore Stefano e poi tutti gli altri capitani risposto ad una voce, eh' essi eran dispostissimi, anzi che altro non desideravano che venire alle mani con que' di fuora, promettendo che o vincerebbono con onore, o morirebbono senza vergogna. Il giorno di poi, che fu domenica, si ragunarono in sulla piazza de' Signori tutti i giovani della milizia ordinaria, e stando la Signoria nella loggia, si fece con bellissimo spettacolo una rassegna generale: furono dumila secento, che mille archibusieri e mille secento picche, traile quali erano oltre a mille in arme bianche, cioè col corsaletto. Il martedì seguente, guardando tutto il di dentro e tutto il di fuora la milizia fiorentina, si fece quella delle genti pagate : furono sotto settantadue bandiere, chi scrive semilacinquecento, chi settemila e chi settemiladu-gento: il qual divario potette venire cosi da chi gli annoverò, come dal modo col quale gli annoverò, non contando per avventura se non le file de' picchieri e degli archibusieri, lasciando, oltra gli ufiziali, come luogotenenti, banderai e sergenti, tutti coloro che non portavano o picca o arehibuso, ma alabarde o spiedi o partigianoni o spade a due mani; i quali ordinariamente non vanno in fila, ma stanno d'intorno al banderaio. Ma quanti eglino fussino, eglino erano una cappata e fiorita gente, e, quello che importa più che tutte l'altre cose, esercitatissimi. Tra i soldati mercenari e quegli di tutte e tre l'ordinanze fiorentine, si trovavano a quel tempo in Firenze dintorno a sedicimila persone da combattere.
      CXI. Il venerdì si ragunò il Consiglio Grande: il gonfaloniere favellò al popolo, dicendo, come il commessario Francesco Ferrucci era con buon numero di gente a pie e a ca-


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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