Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      322 storia fiorentina. , [1530Jdogli dimolti segreti, tutta la mente e intenzion sua circa i casi della guerra di Firenze. Fece adunque Cencio intendere
      al signor Pirro per alcuni de'suoi soldati, che gli piacesse di venire a parlargli, perchè aveva da conferire con Sua Signoria cose di grandissima importanza. Il signor Pirro con licenza del principe v'andò, e intese come Malatesta desiderava eh' egli a suo nome trattasse col principe che Sua Eccellenza mandasse un uomo in Firenze, il quale nel Consiglio maggiore tutte quelle cose sponesse che da lui dette e ordinate gli sareb-bono. Il principe, udito quella domanda, fece venire a sè Cencio, ed inteso da lui il medesimo, pensando che questa fosse una mossa de'Fiorentini, che non potessono più sostenersi, rispose che lo manderebbe volentieri ogni volta che fusse sicuro che i Medici si dovessero rimettere in Firenze in quel modo ch'erano innanzi che fossero cacciati nel ventisette. Questa risposta non piacque punto, anzi dispiacque fuor di modo al signor Malatesta; perchè, oltre che non poteva promettere in questo, non che disporre de'Fiorentini, si veniva a scoprir troppo tosto e troppo manifestamente traditore; però gli rispose dicendo, che si contentasse senz'altro di mandare il signor don Ferrante Gonzaga, perchè egli pubblicamente nel gran Consiglio minacciasse per parte di lui i Fiorentini, che se non facevano subitamente accordo, non sperassino mai più ch'egli o volesse o potesse tenere i soldati che non sae-cheggiassono o non rovinassono la città, e l'altre cose dicesse che da lui dette gli sarebbono; aggiugnendo, che se Sua Eccellenza faceva questo, ne seguirebbe l'accordo e si rimet-terebbono i Medici in quel modo ch'ella chiedeva, ma non perciò s'obbligava nè con iscrittura nè a parole. Onde il principe, per non ci mettere d'onore, se la Pratica conchiusa non si fosse, gli mandò il signor Pirro, il quale stette segretamente due giorni in Firenze, e gli disse, Oranges esser risoluto di non voler mandare nessuno, se prima non era certificato che le Palle sarebbono rimesse. Malatesta s'alterò forte nel suo segreto di questa risoluzione; e veggendo che non poteva fare il tradimento coperto, e non lo volendo far palese, rispose che non se gli ragionasse più d'accordo, che non ne voleva intendere nulla. Questa risposta cosi precisa e non


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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